Italcementi, venerdì 8 ore di sciopero
Dalle 6.30 a mezzogiorno un presidio

Braccia incrociate per gli impiegati della sede del Gruppo Italcementi,
del Centro Tecnico di Gruppo, per i dipendenti di Calcestruzzi spa e di Italsfusi srl.

Alla vigilia dello sciopero di venerdì 30 ottobre, tutto è pronto per la mobilitazione: nella vertenza Italcementi ad incrociare le braccia per otto ore saranno chiamati gli impiegati della sede di via Madonna della Neve, del Centro Tecnico di Gruppo, di Calcestruzzi spa e di Italsfusi srl.

Fuori dagli uffici centrali di via Madonna della Neve in centro a Bergamo si terrà anche un presidio a partire dalle 6.30 del mattino e fino a mezzogiorno. Alle ore 9.30 è atteso l’intervento di sindacalisti e lavoratori in un comizio a più voci: quelle di Danilo Mazzola della Filca-Cisl provinciale, di Giuseppe Mancin per Feneal-Uil regionale e del segretario generale della Cgil di Bergamo Luigi Bresciani, a cui seguiranno gli interventi di lavoratori e delegati della sede, di Rezzato, del Ctg e di Calusco.

Dopo il flash mob del 21 ottobre davanti al Comune di Bergamo e dopo la partecipata assemblea pubblica del 23 ottobre, le lavoratrici e i lavoratori scioperano l’intera giornata per rivendicare l’attivazione della proroga per cassa Integrazione guadagni straordinaria complessa per 12 mesi dal 1° febbraio 2016 per l’intero gruppo di Italcementi, le risposte da parte dell’amministratore delegato di HeidelbergCement alle proposte formulate da parte del Coordinamento Nazionale delle Rsu e dalle Segreterie nazionali di Feneal, Filca e Fillea nazionali; la presentazione di un piano industriale, che renda esplicito l’assetto produttivo, amministrativo, gestionale, commerciale, di ricerca e sviluppo del nuovo costituendo gruppo in Italia, in particolare per la sede centrale di Bergamo.

«Il Governo - dicono unitariamente le tre sigle sindacali - deve provvedere ad attenuare la riduzione degli ammortizzatori sociali previsti dalle nuove norme. Non si taglia la protezione sociale della gente in un momento di crisi. L’acquisizione da parte di Heidelberg del gruppo Italcementi è una grave perdita del patrimonio industriale di questo paese, non accettiamo che si trasformi in una perdita occupazionale con devastanti conseguenza per il territorio. Abbiamo bisogno di chiarezza! Gli assetti del nuovo Gruppo, non possono essere definiti in assenza di un piano industriale e senza aver dato risposte positive alle nostre proposte. Il patrimonio professionale e il livello di ricerca e innovazione oggi dispiegati dai lavoratori del Gruppo Italcementi non possono essere dispersi».

«Ribadiamo che la libertà di opinione, garantita dalla costituzione e dal Contratto nazionale del lavoro del cemento, non deve essere mai messa in discussione. La risoluzione dei problemi non passa dal mettere in discussioni i diritti fondamentali della nostra democrazia ma dal confronto, anche aspro, a livello sindacale» conclusono i sindacati.

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