«La busta arancione, un colpo al cuore»
E a voi l’Inps l’ha già mandata?

Lapo Cantini, pisano, è stato il primo a postare su Facebook e Twitter la sua busta. E racconta che si prova...

«Per prima cosa l’occhio cade sulla data della pensione, e dopo si guarda l’importo. Ci vado nel 2039... C’ho tempo sì per prepararmi!». Lapo Cantini, 46 anni appena compiuti, di San Miniato di Pisa, sventola orgoglioso la «busta arancione» ricevuta dall’Inps. È tra i primi ad averla,sicuramente il primo ad averla postata subito su Facebook e condivisa su Twitter. Ha raccontato all’Ansa cosa si prova: «Un colpo al cuore, nel 2039! a 69 anni, ho ancora parecchio da galoppare». Ammette che l’assegno promesso dall’Inps tra 23 anni non gli dispiace: «Mi soddisfa vai; solo chi ci assicura che tra 20 anni le cose stanno ancora così? Intendo dire, il posto di lavoro, i contributi versati regolari.. speriamo bene’’ dice Cantini, addetto alle relazioni esterne della Confesercenti di Firenze.

«Mi auguro che si proceda bene, certo qui ogni giorno cambia tutto. Gli esperti del patronato mi dicono che l’Inps disegna uno scenario un po’ troppo ottimistico, a bocce ferme insomma. Mentre nessuno ci assicura che le cose continueranno così - dalla voce di Lapo trapela un tono preoccupato - io ho moglie e due figli, sa per noi over 40 il problema è mantenere il posto di lavoro». Per il resto, «la busta arancione è chiara, si leggono bene tutti i contributi. Dopo l’università sono stato assunto con un contratto a progetto, i versamenti ci sono tutti mi pare. Non ho ancora avuto tempo di controllare i dettagli ma la busta si legge anche se non si è esperti, insomma mi sembra fatta bene».

«È da mesi che si parla di questa busta arancione, per cui mi è venuto naturale postarla su Facebook appena l’ho avuta tra le mani. L’ho trovata aperta, da mia moglie che però non aveva capito. “Non c’e’ niente’” mi ha detto. Come non c’è niente... eccome!!». Per Cantini, «Boeri che è stato tanto criticato, invece ha fatto bene - spiega - non è un’idea balzana questa della busta arancione. È un fatto di trasparenza e poi l’Inps così si avvicina alle persone. Appare sempre come un’istituzione lontana, surreale, che intimorisce... Secondo me, è una buona idea. Così uno ha chiara la situazione e si comincia a preparare. E io ne ho di tempo» scuote la testa, non pensa al momento a un fondo previdenziale integrativo. «Io ho lasciato il Tfr in azienda, anche per una questione di fiducia» E c’è sempre chi dovrà galoppare un po’ di più: «La busta arancione è arrivata anche al figlio di una mia collega, è più giovane ma a lui va peggio. Andrà in pensione nel 2050».

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