La Scozia è al voto, Maroni:
«Tifo per l’autodeterminazione»

Sono cominciate in Scozia le operazioni di voto per il referendum sull’indipendenza. I seggi rimarranno aperti fino alle 22 di giovedì (le 23 in Italia). In Europa il risultato è atteso da tutti i movimenti indipendentisti, compresa la Lega, che sperano in una vittoria del sì. Se tu fossi scozzese, cosa faresti?

Sono cominciate in Scozia le operazioni di voto per il referendum sull’indipendenza. I seggi rimarranno aperti fino alle 22 di giovedì (le 23 in Italia). In Europa il risultato è atteso da tutti i movimenti indipendentisti, compresa la Lega, che sperano in una vittoria del sì.

«Dovrebbe la Scozia essere un paese indipendente?» è il quesito che viene sottoposto agli scozzesi, che sono chiamati a rispondere Sì o No. Sono circa cinque milioni gli aventi diritto al voto, ovvero tutti i residenti in Scozia. Prevista un’alta affluenza dopo che il 97% si è registrato nelle liste elettorali.

I risultati definitivi sono attesi per la mattinata di venerdì. Negli ultimi giorni i sondaggi hanno registrato i due fronti a distanza ravvicinata, con un leggero vantaggio per i No ma troppo limitato per permettere una previsione chiara. Intanto sul sito del Guardian è apparso un bellissimo video sul referendum ad uso dei non britannici.

Maroni: tifo per l’autodeterminazione

«Tifo per la Scozia? Io tifo per un processo di autodeterminazione, perché non possono decidere sempre e solo i banchieri e le banche: qualche volta anche il popolo a cui appartiene la sovranità deve essere chiamato a dire la sua, soprattutto in un contenitore come l’Europa, fatto non solo di Stati ma anche di Regioni. E che una Regione appartenendo all’Unione Europea sia più o meno legata allo Stato d’origine conta poco». Lo ha spiegato il presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, intervenendo in diretta giovedì mattina su Radio24.

PROCESSO VERSO UN’EUROPA DELLE REGIONI - “Non capisco quelli che parlano di disgregazione nel caso vincano i sì. Io penso - ha sottolineato Maroni - che sia un rafforzamento, una riaggregazione nell’Europa dei popoli. Oggi gli Stati non controllano più i confini, non controllano la politica estera, non controllano la moneta, con il fiscal compact di fatto il Parlamento italiano non fa più nemmeno la legge di Bilancio e quindi non controlla neppure i conti: è tutto concentrato a Bruxelles e se al di sotto di questo livello ci siano delle Regioni autonome non mi pare una disgregazione ma un rafforzamento dell’Europa. Dopo la Scozia tocca alla Catalogna che farà il referendum a novembre, i governi nazionali hanno paura di questo processo non perché sia disgregativo ma perché fa venire meno il loro potere, ma io - ha detto ancora il presidente di Regione Lombardia - mi auguro che sia che vinca o meno il referendum della Scozia si dia ascolto alle esigenze che vengono dai territori.”

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