La vedova del macellaio a Renzi:
«Chiediamo giustizia per Pietro»

«Chiediamo giustizia per Pietro». Lo scrivono i familiari di Pietro Raccagni in una lettera che hanno consegnato a Matteo Renzi mercoledì mattina a margine dell’inaugurazione della Brebemi. Un momento che i presenti raccontano come commovente.

«Chiediamo giustizia per Pietro». Lo scrivono i familiari di Pietro Raccagni in una lettera che hanno consegnato a Matteo Renzi mercoledì mattina a margine dell’inaugurazione della Brebemi. Un momento che i presenti raccontano come commovente, segnato dall’abbraccio del premier alla moglie di Maccagni, Federica Pagani, e al figlio Luca.

Raccagni, che faceva il macellaio nel Bresciano, è morto per un colpo alla testa ricevuto dai malviventi che hanno rapinato la sua villa l’8 luglio. «Con tutte le nostre forze - scrivono i familiari e gli amici di Raccagni nella lettera a Renzi - vogliamo cogliere l’occasione per sensibilizzarti su quanto ultimamente sta accadendo nel Bresciano. Matteo, ma che giustizia abbiamo? Chi stiamo difendendo? Ma è possibile che non ci si possa difendere da chi entra in casa nostra perché non viene considerata legittima difesa? Pietro - spiegano - non si è difeso con armi improprie, ma semplicemente fidandosi della sua forza fisica e morale».

Infine, un appello al premier: «Matteo, prosegui per favore nelle riforme; non possiamo più tollerare di mantenere i vecchi politici che ci hanno portato a questo punto. Non possiamo tollerare che la politica sia scollegata dai bisogni della gente comune. Vogliamo un cambio generazionale per dare uno spirito nuovo allo Stato!».

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