L’addio della città a Pezzotta:
«L’emblema della Bergamo seria»

Dal primo banco, un rapido bacio sulla punta delle dita accoglie la bara di Luciano Pezzotta mentre la depongono ai piedi dell’altare nella chiesa di Sant’Alessandro in Colonna. È il saluto del fratello maggiore Giacomo, insieme lieve e carico di tutto l’affetto di una vita condivisa.

Dal primo banco, un rapido bacio sulla punta delle dita accoglie la bara di Luciano Pezzotta mentre la depongono ai piedi dell’altare nella chiesa di Sant’Alessandro in Colonna. È il saluto del fratello maggiore Giacomo, insieme lieve e carico di tutto l’affetto di una vita condivisa: nella professione, nella vita privata, nella politica i due avvocati, il civilista e il penalista, sono sempre stati spalla a spalla.

Insieme ai figli Marina e Andrea, ai nipoti e ai familiari, nella basilica c’è tanta Bergamo delle istituzioni ( il sindaco Giorgio Gori), delle professioni e dell’economia. Tanti gli amici, fra i quali Franco Tentorio ed Ettore Tacchini. Gli imprenditori Alberto e Cristina Bombassei, Andrea Moltrasio, Enrico Seccomandi, Mario Ratti, Carlo Mazzoleni, Mario Mazzoleni; Emilio e Matteo Zanetti, Lucio Cassia in rappresentanza di Sesaab (Luciano Pezzotta è stato anche l’avvocato de L’Eco di Bergamo).

Ci sono anche tanti primari del «suo» ospedale, come Giancarlo Borra, Tiziano Barbui, Giuseppe Ricucci.

Tutti venuti a salutare, come dirà il parroco monsignor Gianni Carzaniga, «un uomo e un professionista che ha rappresentato una Bergamo seria, un tipo di città che amiamo, dove i professionisti affrontano e trovano il bandolo di questioni importanti. Questo modo di fare ha formato la nostra storia, costituisce la nostra forza ed è un’eredità che speriamo continui».

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