L’aria non è uguale per tutti
Per gli emarginati è più inquinata

L’aria che respiriamo non è uguale per tutti: dagli Stati Uniti uno studio dell’università del Minnesota ha quantificato che poveri e minoranze sono più esposti dei bianchi al biossido di azoto, gas inquinante molto tossico a cui sono attribuiti problemi cardiaci e respiratori.

L’aria che respiriamo non è uguale per tutti: dagli Stati Uniti uno studio dell’università del Minnesota ha quantificato che poveri e minoranze sono più esposti dei bianchi al biossido di azoto, gas inquinante molto tossico a cui sono attribuiti problemi cardiaci e respiratori.

La ricerca, pubblicata sulla rivista Plos One, dimostra che l’analisi è vera per tutto il Paese, anche negli stati rurali e nelle città più pulite: i neri inalano veleni più dei bianchi, principalmente a causa della maggiore esposizione delle zone dove risiedono.

«Il livello di disparità è alto con probabili conseguenze sulla salute», ha detto Julian Marshall, professore di ingegneria ambientale dell’ateneo americano.

Il biossido di azoto proviene da scarichi di auto e emissioni industriali. In media - ha riscontrato lo studio basato sui dati del censimento del 2000 - i neri ne respirano il 38% in più dei bianchi. La differenza è maggiore nelle grandi città. Secondo i ricercatori sarebbe responsabile di circa 7.000 casi di morte all’anno per problemi cardiaci tra la popolazione di colore.

L’area metropolitana di New York e Newark è risultata quella dove l’aria respirata discrimina di più tra isolati popolati da minoranze a basso reddito e i quartieri dei bianchi ricchi. New York è seguita da Filadelfia, Bridgeport/Stamford in Connecticut, Boston, Providence, Detroit, Los Angeles e New Haven.

Per correlare dati demografici del censimento alla presenza dell’azoto inquinante gli studiosi hanno usato dati da satellite e misurazioni sul terreno incrociati con informazioni sulla destinazione d’uso della regione: la presenza di autostrade a grande traffico, discariche, impianti industriali, cementificazione, copertura arborea. Gli alberi sono una parte integrante del modello non tanto perché mitigano la presenza del biossido ma perché sono il segnale dell’assenza di auto o altre fonti di inquinamento. La mappa dell’inquinamento paragona comunità nere a basso reddito con comunità bianche ricche o ’middle class’: le differenze, sia pure mitigate, restano tuttavia alte anche quando si elimina il fattore ricchezza. «Non è solo questione di ricchi e poveri», ha commentato Marshall, «c’é qualcosa che avvelena nelle zone dove vive la gente di colore». Le ragioni sono tante, radicate nella storia urbanistica degli Usa: le maggiori autostrade urbane, le grandi discariche sono state costruite in zone dove vivono comunità di colore. Chi non poteva permettersi di lasciarle è rimasto a respirarne le conseguenze

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