L’attivista trevigliese in stato di fermo
La ferita alla spalla non desta timore

L’attivista Alessandro De Ponti è in stato di fermo a Erbil. Lo ha confermato all’Ansa il capo dell’Unità di crisi della Farnesina, Claudio Taffuri, precisando che le sue condizioni di salute (una leggera ferita alla spalla) non destano timore.

De Ponti è entrato nel Kurdistan iracheno dalla Siria senza documenti. L’attivista si trova in un edificio istituzionale e gli vengono forniti tutti i comfort. È stato anche visitato da un medico.

Intanto la procura di Roma ha aperto un fascicolo senza ipotesi di reato e senza indagati sul ferimento di Alessandro che - a quanto si è appreso - la prossima settimana dovrebbe essere espulso dalle autorità locali. Una volta in Italia sarà sentito sui motivi del viaggio e sulle circostanze del suo ferimento.

La famiglia resta in silenzio, chiusa nell’abitazione a Treviglio. Sono gli amici di Alessandro De Ponti che tracciano un profilo del giovane 23enne, rimasto ferito mentre cercava di entrare illegalmente in Siria, al confine tra il Kurdistan iracheno e la Siria.

Amici e conoscenti hanno appreso la notizia del ferimento dai media: «Un ragazzo non sprovveduto - raccontano -, che conosce molto bene la situazione geopolitica di quella zona. In Kurdistan ci è andato come cooperante, perché ha a cuore quel paese». E aggiungono: «Non lo vediamo dallo scorso aprile, prima di partire faceva il casaro. Poi il viaggio in Kurdistan».

Alessandro viene descritto come un «giovane riservato, di poche parole», e gli amici sottolineano: «Ci dispiace che qualcuno pensi che fosse uno sprovveduto: era ben consapevole di come muoversi, avendo molto a cuore la sua missione di cooperante»

De Ponti era salito alla ribalta della cronaca per aver insultato il sindaco di Treviglio durante il corteo del 25 Aprile ed è accusato di aver aggredito un videoreporter che aveva filmato proprio quella contestazione.

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