Lavori alle scuole: 18 milioni
Curno ok, briciole a Seriate e Dalmine

Nei giorni in cui gli studenti consultano gli esiti degli esami di maturità, anche i Comuni sono alle prese con un loro «tabellone»: quello in cui il governo ha riassunto le cifre del maxi-piano (18 milioni nella Bergamasca) per sbloccare gli interventi di edilizia scolastica.

Nei giorni in cui gli studenti consultano gli esiti degli esami di maturità, anche i Comuni sono alle prese con un loro «tabellone»: quello in cui il governo ha riassunto le cifre del maxi-piano (del valore di oltre un miliardo di euro a livello nazionale, e 18 milioni nella Bergamasca) per sbloccare gli interventi di edilizia scolastica.

Le somme sono state in parte liberate dal patto di stabilità dei Comuni, che quindi potranno spendere risorse proprie (con il programma «Scuole nuove», diretto a nuovi edifici o manutenzioni rilevanti), e in parte finanziate per 510 milioni dal Fondo di sviluppo e coesione (programmi «Scuole sicure» e «Scuole belle»), per consentire lavori in numerose strutture su e giù per l’Italia.

E lo sguardo dei sindaci corre subito ai numeri: tutti si riservano di approfondire una notizia freschissima, ma le prime reazioni inevitabilmente si dividono tra la soddisfazione di chi ha avuto quanto richiesto (o una buona parte), ma pure la delusione di chi ottiene meno dell’auspicato. In tutto sono 61 i Comuni interessati, più l’Amministrazione provinciale.

Tra i contenti c’è senza dubbio il sindaco di Curno, Perlita Serra: con i quasi due milioni sbloccati in due anni, si potrà far ripartire il cantiere delle scuole elementari sulla via Carlinga, fermo dal 2007. L’obiettivo è mettersi subito in moto per riavviare i lavori entro la primavera del 2015. A Seriate e Dalmine, invece, soltanto 7 mila euro. Chi aveva inviato un dossier completo è invece la Provincia, il cui presidente, Ettore Pirovano, è ora decisamente insoddisfatto del risultato: «Con quei soldi ci facciamo forse le pulizie», sbotta. La casellina della Provincia parla infatti di circa 706 mila euro, a fronte di «situazioni di emergenza che richiederebbero 12 milioni».

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