L’effetto passerella si fa sentire sul lago
«Incassi per 88 milioni di euro»

In tutto 4,2 milioni di euro al giorno. È il valore che l’opera d’arte di Christo The Floating Piers ha generato sul territorio del Sebino fra il 18 giugno e il 3 luglio scorsi.

A calcolarlo è stata la società Jfc di Faenza, una società specializzata nella consulenza e nel marketing turistico, la stessa che, alla vigilia, aveva previsto una ricaduta economica pari a tre milioni di euro al giorno sulla base dei 500 mila visitatori previsti. «Invece – spiega Massimo Feruzzi, amministratore unico di Jfc e responsabile della ricerca – ne sono arrivati un milione e 200 mila (i passaggi sull’opera sono stati un milione e mezzo, ndr) e i benefici economici sono stati di conseguenza superiori alle attese».

«The Floating Piers è stato e resterà un evento irriproducibile – aggiunge Feruzzi – che è stato capace di portare sul lago d’Iseo 808.900 persone che non vi erano mai state prima. Complessivamente le imprese del territorio hanno incassato in questi sedici giorni ben 88 milioni e 111 mila euro: di questi, esattamente il 76,5%, pari a 67 milioni 426 mila euro, sono stati fatturati grazie all’evento. In sostanza, il fatturato giornaliero complessivo, generato da The Floating Piers, è stato di circa 4,2 milioni di euro».

La cifra è stata ricavata dalla società intervistando 116 operatori del settore turistico (proprietari e gestori di alberghi, ristoratori e baristi, commercianti e proprietari di seconde case o bed & breakfast) e incrociando le loro risposte i dati ufficiali rilasciati dalla società che ha curato l’installazione dell’opera, con i numeri della Navigazione Lago d’Iseo e con le statistiche della Provincia di Brescia.

Le imprese che hanno ottenuto i risultati percentualmente migliori sono stati i ristoranti e le attività di somministrazione bevande ed alimenti. Per queste attività la nuova clientela ha rappresentato, in occasione dell’evento, ben il 91,3% del totale degli ospiti. Tra i clienti dei ristoranti, il 57,9% erano italiani, mentre il restante 42,1% erano stranieri, tedeschi in primis.

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