L’estate nerissima di Lizzola
«Tutto chiuso senza gli impianti»

Le nebbie nascondono le montagne, l’aria è frizzantina. Le viuzze di Lizzola sono praticamente deserte. Solo un anziano cammina lentamente nei pressi della chiesa. E dice: «Purtroppo, da quando gli impianti da sci hanno chiuso qui non si vede più nessuno».

Le nebbie nascondono le montagne, l’aria è frizzantina. Le viuzze di Lizzola sono praticamente deserte. Solo un anziano cammina lentamente nei pressi della chiesa. E dice: «Purtroppo, da quando gli impianti da sci hanno chiuso qui non si vede più nessuno. Chi lavorava agli impianti, i maestri da sci, ma anche i ristoratori, gli albergatori e i negozianti che hanno visto calare in modo impressionante gli incassi, sono preoccupati per il loro futuro. Recentemente, tra l’altro, qui un negozio di generi alimentari-macelleria ha chiuso i battenti. Potremo sperare nel futuro?».

È una domanda che giornalmente si pone la gente del posto. Come Omar Semperboni, che con la sua famiglia nonostante la chiusura degli impianti continua caparbiamente a gestire il Rifugio Campèl, a 1.600 metri lungo le piste da sci. «Siamo in piena crisi - racconta - e non solo per la chiusura degli impianti. Purtroppo la stagione estiva piovosa ha tenuto le persone lontane dalla montagna. Gli incassi, rispetto allo stesso periodo passato, sono calati di oltre il 50%».

Riapriranno mai gli impianti? Dice il sindaco Sonia Simoncelli, che da fine maggio si trova a dover dipanare una difficile matassa: «Mercoledì 17 settembre cercheremo di dare informazioni alla popolazione nel corso di un Consiglio comunale che terremo dalle 20,30 nella sala polifunzionale, nei pressi del palazzetto dello sport. Ci sarà anche l’avvocato Stefano Zonca, consulente per la questione della società Stl-Sviluppo turistico Lizzola. L’unico punto all’ordine del giorno sarà proprio quello dell’eventuale riapertura degli impianti da sci».

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