Ma Gori è molto critico:
«Cinque anni di immobilismo»

«Il rendiconto di bilancio presentato da Tentorio chiude con un avanzo elevato. C’è poco da gioire, perché il Comune non è un’azienda che deve fare utili e parlare di “tesoretto” non ha alcun senso». Sono parole di Giorgio Gori.

«Il rendiconto di bilancio presentato da Tentorio chiude con un avanzo elevato. C’è poco da gioire, perché il Comune non è un’azienda che deve fare utili e parlare di “tesoretto” non ha alcun senso: registrare avanzi consistenti negli enti locali vuol dire non aver utilizzato appieno le risorse disponibili per raggiungere gli obiettivi programmati, o aver chiesto uno sforzo eccessivo ai cittadini sotto forma di tasse o tariffe. In un caso o nell’altro, non è certo una prova di ottimale amministrazione». Giorgio Gori, candidato sindaco del centrosinistra, non è tenero con la Giunta Tentorio.

Altro che tesoretto. «Gli investimenti sono quasi fermi - rileva ancora Gori -. È questo il dato più preoccupante del rendiconto 2013 presentato da Tentorio. Gli anni 2009-2013 saranno ricordati come il quinquennio della stagnazione, con spese in conto capitale franate a meno di 25 milioni annui, il 45% in meno rispetto ai 46 milioni medi annui degli anni 2004-2008 (quelli dell’amministrazione di centrosinistra). Il Patto di stabilità ha sicuramente inciso negativamente, ma il crollo del Comune di Bergamo è nettamente peggiore di quello medio nazionale (- 17%)».

Dagli investimenti alle tasse. «Il lascito di Tentorio è pesante anche sul fronte delle tasse - prosegue -: l’Imu sugli altri immobili è al massimo di legge (10,6 per mille), la Tasi - introdotta dal 2014 - è a un soffio dal massimo consentito (3,2 a fronte di un limite fissato al 3,3). Rimane l’addizionale Irpef al 6 per mille. Ma il bilancio pluriennale presentato pochi giorni fa parla chiaro: aumenterà anch’essa, e in modo consistente, dal 2015».

Leggi di più su L’Eco di Bergamo del 19 aprile

© RIPRODUZIONE RISERVATA