Maxi tassa per l’abitabilità agli stranieri
Il Tribunale annulla la delibera di Telgate

Anche per Telgate il Tribunale ha annullato la delibera sui 350 euro per ottenere il certificato di idoneità alloggiativa per residenti extra-Ue.

Dopo il caso di Bolgare, arriva ora quello del Comune di Telgate. Anche qui il Comune aveva aumentato da 100 a 350 euro il contributo da pagare per il rilascio del certificato di idoneità alloggiativa richiesto ai soli residenti di cittadinanza extra Ue per alcuni adempimenti burocratici.

Il Tribunale di Bergamo ha dichiarato «non giustificato» l’innalzamento dell’importo, «incongruo» il riferimento agli interventi («solo eventuali») di elettricista e idraulico e nel «quadro di assenza di elementi specifici idonei a dimostrare l’adeguatezza, la proporzionalità e la doverosità dell’aumento nella misura disposta, il rilevato effetto discriminatorio della stessa non può ritenersi giustificato da finalità legittime perseguite attraverso mezzi appropriati e necessari».

Il Tribunale ha, dunque, dichiarato discriminatorio il provvedimento e ordina al Comune di cessare tale comportamento e di revocare la delibera restituendo la quota in eccesso (€ 250) ai ricorrenti «e a tutti gli altri stranieri che abbiano pagato quanto previsto dalla nuova deliberazione». Al Comune vengono addebitate anche le spese legali (€ 3.972,00).

«Una condanna tanto più significativa in quanto questo Comune aveva giustificato con motivazioni ‘tecniche’ l’innalzamento da 100 a 350 euro il contributo da pagare per il rilascio del certificato di idoneità alloggiativa richiesto ai soli residenti di cittadinanza extra Ue per alcuni adempimenti burocratici», ha spiegato poco fa Orazio Amboni della Cgil di Bergamo.

«Telgate aveva così cercato di evitare la condanna subita da Bolgare che aveva motivato lo spropositato aumento della tariffa (portata a 500 euro) con argomenti giudicati apertamente discriminatori. Dopo l’allarmistica delibera sui presunti pericoli di diffusione dell’ebola ora una nuova pesante sconfitta legale per il Comune di Telgate che dovrebbe riflettere sui risultati di queste scelte sia dal punto di vista dei costi per le casse comunali sia, soprattutto, dal punto di vista della coesione di una comunità locale con un alto tasso di presenza di immigrati (quasi il 30% dei residenti). Una comunità che avrebbe invece bisogno di politiche di coesistenza e integrazione tra culture e abitudini diverse. Questa sentenza, dopo quella di Bolgare, apre ora la strada all’apertura di analoghe azioni legali contro gli altri Comuni che hanno adottato analoghe decisioni».

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