Museo donizettiano da svecchiare
5 mesi di lavori, aspettando l’Expo

La vita di Gaetano Donizetti condensata in due stanze. Inaugurato nel 1906 nel palazzo di via Arena , il Museo donizettiano è rimasto immutato nel tempo. Ora parte l’operazione rinnovamento.

La Fondazione Bergamo nella storia, che l’ha in gestione, e la Mia, proprietaria dell’intero palazzo, hanno deciso che è arrivato il momento di mettere mano a un riallestimento. Emilio Moreschi, presidente della Fondazione, annuncia che in «quattro o cinque mesi i lavori saranno completati. La Soprintendenza ha già dato il via libera, siamo pronti a muoverci». Giusto in tempo per Expo. «Il fatto che il museo sia rimasto uguale a sé stesso è molto interessante dal punto di vista storico, e non possiamo dimenticare che l’intero edificio è soggetto a vincoli, ma dei cambiamenti vanno fatti, vogliamo svecchiarlo senza snaturarlo» spiega Claudio Visentin, direttore della fondazione.

Il percorso espositivo sarà ripensato, interventi di restauro e manutenzione sugli oggetti in mostra e sulle teche partiranno a breve. Le vetrine in legno dei primi del Novecento saranno restaurate e disposte in modo da rendere i cimeli più visibili. Via le tende danneggiate nella sala degli strumenti, nuove schede per i visitatori e audio guide di ultima generazione. La camera di Palazzo Scotti dove il musicista spirò sarà riprodotta grazie ad una fotografia esistente, il letto e la poltrona della stanza sottoposte a intervento di restauro. Stessa sorte per i bei dipinti di Loverini, Scuri e Tallone che ritraggono Donizetti, Mayr e altri musicisti bergamaschi, ora poco valorizzati nel buio corridoio d’accesso al museo. E poi più spazio alla musica. I visitatori saranno dotati di speciali telefonini che consentiranno di ascoltare brani delle opere donizettiane, un percorso musicale integrato, fatto di suoni e immagini.

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