«Nel mio bar nel 1991 a chiedermi il pizzo
Così m’inventai un’identità criminale»

«Ho iniziato a inventarmi un’identità criminale nel 1991, quando alcune persone sono entrate nel mio bar a Bergamo per chiedere il pagamento del pizzo».

Lo ha spiegato in aula il presunto affiliato alla ’ndrangheta Eugenio Costantino, imputato insieme all’ex assessore regionale alla Casa Domenico Zambetti, accusato di voto di scambio con i boss alle elezioni regionali del 2010, e ad altre persone coinvolte in un’inchiesta sull’infiltrazione delle cosche in Lombardia.

Durante l’esame, rispondendo alle domande del pm della Dda di Milano Giuseppe D’Amico, Costantino, in passato titolare di alcune attività commerciali, ha sostenuto di «aver avuto l’abitudine di inventare identità inesistenti» come quella di affiliato ai clan, di «agente segreto o di socio del Questore di Bergamo».

Secondo gli inquirenti sarebbe stato proprio Costantino uno degli «ambasciatori» delle cosche, che avrebbe stretto con Zambetti un vero e proprio «patto» tra mafia e politica. «Non potevo accettare che mi costringessero a pagare il pizzo - ha raccontato l’imputato -, così ho detto alle persone entrate nel mio bar, che avevano accento campano, che facevo parte della famiglia calabrese De Stefano e non volevo problemi. Ho preso il nome della famiglia da un libro che stavo leggendo in quel periodo - ha proseguito - e ho detto loro di andare a verificare a Reggio Calabria, se avevano qualche dubbio. Fortunatamente non ci sono andati, e non si sono fatti più vedere”.

In un’altra occasione, nel 2012, Costantino ha raccontato di essersi spacciato «per parente e amico della famiglia Mancuso» per evitare di subire un’estorsione da parte di alcuni calabresi che si erano presentati in un suo negozio a Cuggiono, in provincia di Milano. «Per essere credibile ho cercato di usare tutto il mio calabrese possibile immaginabile - ha proseguito -, ma loro devono aver fatto alcune verifiche, perché dopo 15 giorni abbiamo subìto una rapina».

Durante l’udienza Costantino ha accusato un lieve malore, provocato «dallo stress e dall’agitazione». L’esame è stato quindi rinviato al 13 maggio, quando verrà ascoltato in aula anche l’ex assessore Zambetti.

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