Nel nuovo anno scolastico
500 mila studenti «lavoreranno»

Gli istituti scolastici stanno per riaprire i battenti - i primi a tornare in classe saranno il 7 settembre gli studenti dell'Alto Adige mentre nella gran parte delle Regioni le lezioni riprenderanno tra il 14 e il 15 - e il nuovo anno scolastico segnerà l'avvio in maniera massiccia, rispetto al passato, dell'alternanza scuola-lavoro.

Oltre 500.000 gli studenti delle Superiori coinvolti quest'anno, con un pacchetto di 400 o 200 ore a seconda dell'indirizzo in cui studiano (tecnici e professionali oppure licei). Si comincia con le terze classi. A disposizione per il 2015-16 ci sono 100 milioni (e la stessa cifra sarà stanziata ogni anno).

Un deciso balzo in avanti in termini di persone e risorse considerando che nel 2013-14 hanno potuto includere questa esperienza nel percorso di studi 210.506 ragazzi (il 10,7% del totale), con 126.003 strutture ospitanti, e che i finanziamenti si sono aggirati finora sui 10 milioni annui. Sono poi saliti a quasi 20 con l'ultima legge di stabilità e con la Buona scuola la cifra iniziale è stata decuplicata.

Nel giro di un triennio, quando si andrà a regime, saranno stabilmente coinvolti circa 1 milione e mezzo di studenti all'anno. La parentesi lavorativa si farà in azienda, ma anche in enti pubblici, musei, siti archeologici. Possibilità, quest'ultima, pensata soprattutto per il Sud meno industrializzato e per la quale sono in cantiere accordi speciali con il ministero dei Beni culturali.

E non è detto che i confini debbano essere quelli dell'anno scolastico o nazionali: gli studenti potranno «lavorare» anche d'estate e all'estero. A garanzia della serietà di questa metodologia didattica e per rassicurare le famiglie, i tecnici di viale Trastevere hanno lavorato in queste settimane per predisporre una Carta dei diritti e dei doveri degli studenti in alternanza (verrà presentata a settembre) e mettere a punto un Registro nazionale in cui verranno raccolti enti e imprese disponibili a svolgere i percorsi (anche questo di prossima presentazione).

Inoltre, è previsto che i ragazzi, al termine dello «stage» possano esprimere una valutazione sulla sua efficacia; un contributo ritenuto importante per poter eventualmente correggere il tiro. E mentre i ragazzi si accingono a mettere piede nel mondo del lavoro i prof andranno a lezione, di inglese. Il Miur ha stanziato, infatti, 1,8 milioni di euro per formare circa 6.500 docenti con l'intento di potenziare il Clil, ossia la metodologia con la quale si insegna una materia non linguistica (storia, geografia, arte ecc..) in lingua inglese. Per quest'anno i corsi di formazione (complessivamente 218 con una durata massima di 8 mesi) sono rivolti in via prioritaria ai docenti degli ultimi tre anni del liceo linguistico e dell'ultimo anno degli altri indirizzi delle Superiori che abbiano comunque già una competenza linguistica avanzata.

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