Graffiti, non solo pasticci e frasi volgari
«Boccaleone è stato un buon esempio»

Non ci sono solo scritte che deturpano la città, frasi volgari, pasticci con la bomboletta spray. A seguito dell’articolo «Graffiti, la città è piena di scritte» lo evidenzia bene Stefano Cozzolino, bergamasco promotore del progetto «Boccaleoneopenspace».

Non ci sono solo scritte che deturpano la città, frasi volgari, pasticci con la bomboletta spray. A seguito dell’articolo «Graffiti, la città è piena di scritte» lo evidenzia bene Stefano Cozzolino, bergamasco promotore dell’iniziativa «Ph.D in Urban Planning Design and Policies» presso il Politecnico di Milano e del progetto «Boccaleoneopenspace».

«Il servizio che avete scritto sui greffiti presenti a Bergamo» mi permette di tornare con la memoria all’evento avvenuto il 6 luglio a Boccaleone sotto il viadotto. La foto di questo progetto è all’interno della galleria fotografica da voi pubblicata» scrive Cozzolino che vuole sottolineare e distinguere tra le diverse forme di comunicazione grafica che tappezzano la nostra città.

«È un peccato che l’evento del 6 luglio sotto il cavalcavia di Boccaleone sia durato solo un giorno. Come è noto alla maggior parte di noi, l’area a parcheggio (inutilizzato) del viadotto versa da anni in condizioni di estremo degrado, divenendo nel tempo un’area inaccessibile e insicura per chi vive nel quartiere. L’idea alla base dell’iniziativa “Boccaleone Open Space” era quella di ribaltare le quotidiane criticità attraverso un’azione che potesse dare spazio alla creatività e all’arte - scrive -. Durante la giornata un numero indescrivibile di persone si è riversata sotto il cavalcavia vivendo un’atmosfera irreale di gioia e sorpresa, per un evento che volutamente ha cercato di creare “il bello” là dove, di solito, vige il completo abbandono. Un’iniziativa che ha significato molto per chi abita nei paraggi stando ai complimenti e ai messaggi ricevuti».

Il progetto era iniziato a febbraio con l’obiettivo di realizzare sin da subito un mix di attività che potessero rispondere a diverse fasce di età e interessi, per creare veramente un progetto plurale. «Abbiamo dedicato un’area ai più piccoli, ci sono state trentadue esposizioni di prodotti fatti a mano o vintage, ci sono state performance di giocoleria e artisti di strada e tanta musica dal vivo. L’area è stata completamente rivisitata e arredata in maniera informale con bancali, piante, biliardini, tavolini (ripensandola come un grande soggiorno) ma non solo: in tempo reale, è stato eseguito anche un murales a più mani, con l’aiuto di alcuni ragazzi del quartiere, sotto gli occhi esterrefatti e stupiti di tutti».

E la domanda sorge spontanea, dopo la lettera di questo bergamasco: «Quanti luoghi come questi esistono in città che possono essere riutilizzati in maniera alternativa, in modo da dare spazio all’arte e, al contempo, avvicinare gli abitanti ad un contesto inusuale o inaccessibile?»

«Noi (all’incirca una cinquantina di ragazzi fra i 16 e i 30 anni, per la maggior parte del quartiere) nel frattempo ci abbiamo provato; abbiamo tolto le siringhe e spezzato quelle catene invisibili che da tempo chiudevano l’area, per dare spazio all’arte. Magari col tempo la situazione tornerà ad essere quella di prima, ma ogni volta che ci avvicineremo al parcheggio e rivedremo quel fantastico murales, ci ricorderemo che è possibile fare qualcosa e che se vogliamo avremo sempre l’energia per ribaltare le criticità esistenti e trasformarle in potenziali».

Per maggiori info «Boccaleoneopenspace» in Facebook

Il video della giornata
www.youtube.com/watch?v=nhIrY2Be-UM&feature=youtu.be

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