«Ordinanza anti Ebola discriminatoria»
Azione civile contro il comune di Telgate

Finisce in tribunale l’ordinanza cosiddetta «anti Ebola» di Telgate. L’azione civile «contro la discriminazione» è promossa dall’Associazione studi giuridici sull’immigrazione, la cooperativa Ruah, la Cgil - Camera del lavoro territoriale di Bergamo - e Anolf Cisl Bergamo onlus.

Si chiede la revoca dell’ordinanza e la condanna per il Comune a risarcire alle associazioni il danno (tremila euro per ognuna) non patrimoniale derivante dalla «condotta discriminatoria». L’ordinanza «Misure urgenti per contrastare il diffondersi di malattie infettive» era stata firmata dal sindaco Fabrizio Sala (Lega) il 26 novembre 2014.

Disponeva il divieto di dimora, anche occasionale, in qualsiasi struttura di accoglienza per persone prive di regolare documento di identità e di tessera sanitaria o di regolare certificato medico rilasciato dall’unità sociosanitaria attestante le condizioni sanitarie e l’idoneità a soggiornare. Indicava poi l’obbligo per le persone prive di regolare permesso di soggiorno ovvero di tessera sanitaria e individuate nel corso di accertamenti da parte della polizia locale, di sottoporsi entro tre giorni sul territorio di Telgate a visite mediche presso la competente unità sociosanitaria allo scopo di verificarne le condizioni sanitarie, soprattutto in relazione all’eventuale presenza di malattie infettive, quali ad esempio Tbc, Ebola, epatite e scabbia.

Le associazioni ritengono che «l’adozione di questo atto amministrativo costituisce comportamento discriminatorio», contestano che «l’ordinanza viola le norme indicate ed è adottata in carenza di un’emergenza sanitaria di carattere locale e di un’emergenza sanitaria in assoluto; è adottata senza alcuna verifica istruttoria di carattere medico-sanitario; adotta metodi del tutto sproporzionati e inefficaci, se non impossibili, rispetto alla dichiarata emergenza».

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