Palafrizzoni molla il Diurno
«Troppi costi», opposizioni in rivolta

Un altro no. Dopo quello per le Mura venete, è toccato al Diurno. A dire il vero già si sapeva, perché sul mercato il complesso sotterraneo a due passi dal Sentierone c’era già finito con un bando nel dicembre 2014 e un secondo in arrivo e dato per imminente, ma venerdì l’amministrazione comunale ha formalizzato la propria posizione presentando la delibera sui beni offerti dal Demanio nell’ambito del cosiddetto federalismo patrimoniale.

Da questo elenco, gli ambienti di proprietà statale sotto piazza Dante erano stati stralciati per via del vincolo storico artistico cui sono soggetti, ma nella stessa delibera il Comune ha ribadito di non essere interessato nemmeno a un’eventuale accordo di valorizzazione ad hoc. Per intenderci, Palafrizzoni ha rinunciato anche a un iter sul modello di quanto era stato portato avanti per il complesso dell’ex carcere di Sant’Agata che prima era stato ottenuto a titolo gratuito e quindi era rientrato nel bando pubblicato lo scorso autunno. La sostanza è che la Giunta Gori, pur ritenendo strategico questo spazio, ha deciso di lasciarlo in mano ai privati: «Il Diurno è importante – ha ribadito l’assessore Leyla Ciagà in 2ª Commissione –, ma non possiamo sostenere i costi per acquisirlo e ristrutturarlo che sono stati stimati attorno ai due milioni di euro. Meglio che se ne occupi un terzo soggetto».

Scelta che però non è affatto piaciuta alle minoranze. «I costi non sarebbero comunque a carico del Comune – ha ribattuto Davide De Rosa, commissario della Lista Tentorio – così come per Sant’Agata si sarebbe potuto predisporre un progetto di valorizzazione con risorse esterne. Invece qui si rinuncia in toto a un ruolo di regia fondamentale». «Sono assolutamente d’accordo – ha aggiunto Alberto Ribolla della Lega – tra l’altro nemmeno le altre acquisizioni a titolo gratuito sono così convenienti: lo Stato, oltre a garantirsi il 25% sull’eventuale cessione, decurta una parte dei trasferimenti statali per quei beni che fruttano delle concessioni».

Proprio per questa ragione, Palafrizzoni, in attesa di ottenere alcune delucidazioni da Roma, ha deciso di soprassedere su tre immobili che potrebbero rientrare in questa casistica: il ricovero antiaereo di via Fara, l’immobile in cui attualmente si trova la sede dell’Arci di Grumello al Piano e alcuni tratti del sedime della vecchia ferrovia della Val Brembana. Dei restanti beni chiederà invece di ottenerne 14: la galleria Sant’Alessandro, la galleria della Conca d’Oro, il ricovero antiaereo Santa Grata, la galleria di Porta dipinta, l’ex alveo del torrente Morla sul quale insiste il Palazzetto dello sport, le scuole materne Loreto Est, Loreto Sud, Borgo Palazzo e Loreto Nord, una porzione di area presso il Centro terza età di Monterosso, una quota di immobile in via XXIV Maggio, un locale commerciale in vicolo Macellerie, una porzione di strada presso la caserma Conca Fiorita e un’area in via Autostrada di proprietà dell’Anas. Tre infine i beni a cui il Comune rinuncia: l’alveo del torrente Piuggia, una quota di appartamento in via XXIV Maggio e un ripostiglio di via Pezzotta. Il documento è passato a maggioranza, contrari De Rosa e Andrea Tremaglia (Fratelli d’Italia), mentre le astensioni sono state tre: oltre a Marcello Zenoni (M5s) e Ribolla, anche Luciano Ongaro (Sel) che ha sollevato perplessità proprio sullo stralcio del Diurno da parte del Demanio.

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