«Passerella, costi per la collettività?»
Inchiesta Corte dei Conti. C’è anche la Gdf

A seguito di un esposto del Codacons la Corte dei Conti ha aperto un’indagine sulla passerella dell’artista bulgaro Christo installata sul Lago d’Iseo. Ne dà notizia la stessa associazione dei consumatori, che nelle scorse settimane ha depositato una formale denuncia alla procura contabile relativamente ai costi dell’opera a carico della collettività.

L’associazione dei consumatori aveva chiesto nello specifico di indagare sui costi sostenuti dagli enti locali per l’organizzazione dell’installazione artistica sul Lago d’Iseo, poiché a partire dall’inaugurazione dell’opera - si legge nella nota del Codacons - «si registrarono disagi su più fronti, che hanno causato costi non indifferenti a carico della collettività: dai servizi di soccorso alle evacuazioni e al blocco dei treni, passando per la gestione della sicurezza e dell’ordine pubblico». Costi che potrebbero rappresentare - per il Codacons - uno spreco di pubbliche risorse. The Floating Piers è stata visitata da oltre 1,3 milioni di persone, con una media di 70mila arrivi al giorno sulla passerella che dal 18 giugno al 3 luglio ha collegato Sulzano con Monte Isola passando per l’isola di San Paolo. Christo a suo tempo aveva spiegato che le spese erano tutte a suo carico.

Immediato l’intervento di Legambiente: «I “positivi” risultati economici dovuti all’evento, snocciolati dalla società di consulenza Marketing Comunication JFC, costituiscono una valutazione economica parziale tant’è vero che la Corte dei Conti ha aperto un’inchiesta. Nessun dato è stato reso noto dai Committenti pubblici dell’opera di Christo cioè dal Governo, dalla Regione, dalle ex Provincie di Brescia e di Bergamo e dalla Comunità Montana. L’ente con sede a Sale Marasino - spiega Dario Balotta - lo scorso 11 agosto ha avuto una “visita” da parte della Guardia di Finanza. La marketing Comunication si è esclusivamente soffermata nel calcolo dei benefici senza minimamente calcolare e rendere noti i costi pubblici derivanti dall’evento». E continua: «Un metodo non certo esaustivo per indagare sul bilancio costi/benefici dell’evento. Il lago d’Iseo è più conosciuto nel mondo ma a quale prezzo non si sa ancora, o, forse lo si saprà grazie alla Corte dei Conti. L’indagine ci voleva per capire grazie a chi si sono divertiti 1,2 milioni visitatori che hanno preso d’assalto la passerella. Sono stati pubblicizzati solo i costi privati sostenuti da Christo facendolo sembrare un benefattore. Oltre a mancare una valutazione dei costi (tutti sostenuti dai vari enti pubblici: Comuni, Regione e Stato) manca la valutazione del disagio sostenuto dalla popolazione locale, in particolare i costi della congestione da traffico, dell’inquinamento atmosferico, delle acque del lago e da rumore».

Legambiente aveva denunciato i costi che ha generato l’evento “due settimane di caos, ritardi e rincari”, con una serie di conseguenze negative che secondo l’associazione ambientalista superano i vantaggi dovuti all’indotto e alla promozione turistica.

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