Pemontana, Maroni: la realizzeremo tutta
I grillini: l’opera? Un morto che cammina

Se Maroni parla di «un sogno che si realizza», i grillini vanno all’attaco e contestano l’opera. Stiamo parlando della tanto chiacchierata Pedemontana.

«Oggi (lunedì 26 gennaio, ndr) apriremo la tratta A della Pedemontana. È un sogno, io ricordo sempre che mio nonno, 50 anni fa, mi diceva “Vedrai, fra qualche anno di qui passerà la Pedemontana”. Sono passati 50 anni, ci stiamo riuscendo». Lo ha detto il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, intervenendo in diretta alla trasmissione «Orario Continuato», su Telelombardia.

«Sabato scorso abbiamo aperto al traffico la prima tratta, la Tangenziale di Varese, ora apriamo la seconda: la tratta A, che collega l’autostrada A8 e la A 9, l’autostrada per Varese e quella per Como - ha ricordato Maroni -. È solo il primo tratto della Pedemontana, che arriverà fino a Dalmine. A luglio metteremo in esercizio la tratta B1, che è la prosecuzione di questa prima tratta e poi le altre».

«Era previsto, negli anni passati, un piano per arrivare a mettere tutto in esercizio entro il 2018 - ha fatto sapere il presidente -, andremo in là di un paio di anni perché ci sono state mille difficoltà, però io la voglio fare tutta e sarà fatta tutta, poi anche la Tangenziale di Como e tutta la Teem». E continua: «Si tratta di un impegno straordinario della Regione - ha concluso -, abbiamo superato mille difficoltà di carattere finanziario, ambientale, c’è sempre chi protesta ovviamente, però io sono convinto che serve, è un’opera straordinaria e un sogno che comincia a realizzarsi».

Ma dal fronte dei grillini arriva un attacco: «La Pedemontana è un morto che cammina. Maroni la finisca con il monoteismo autostradale» ha detto Gianmarco Corbetta, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle della Lombardia, che ha aggiunto: «Abbiamo, dati alla mano, ampiamente chiesto di rinunciare al proseguimento della Pedemontana, un’infrastruttura nata vecchia. Se ne parla dagli anni 50 e nel frattempo il mondo è completamente cambiato a partire dalla deindustrializzazione del territorio. Oggi Pedemontana è la risposta sbagliata a una reale esigenza di mobilità dei cittadini e delle imprese: un supercollegamento Varese-Bergamo non serve a nulla. Serve invece efficientare il sistema logistico di trasporto merci (oggi i camion non viaggiano a pieno carico), potenziare il trasporto pubblico per i pendolari da e verso Milano, favorire i brevi spostamenti delle PMI tramite il miglioramento della rete stradale ordinaria».

«Abbiamo più volte sottolineato – continua Corbetta - la devastazione ambientale che Pedemontana porta con sé. É di fondamentale importanza poi anche il fatto che sul piano finanziario l’opera non sta in piedi. Prevede, infatti, costi esorbitanti, circa 5 miliardi di euro, che il nostro sistema Paese non può permettersi e che comunque si potrebbero spendere molto meglio. I lavori sono stati finanziati solo per la tratta inaugurata e la B1, da Lomazzo a Lentate. Questi percorsi hanno assorbito tutte le risorse pubbliche originariamente previste per l’intera opera. Per completare l’inutile opera mancano all’appello quasi 2 miliardi di euro, che le banche si sono ben guardate dal concedere, anche per le previsioni di traffico crollate del 40% dal 2009 ad oggi. Pedemontana è un morto che cammina e non andrà mai oltre la tratta B1. Questo è il segreto di Pulcinella, al di là delle ridicole e pompose dichiarazioni pubbliche di ministri, governatori e assessori regionali. Certo Maroni parla dell’inutile infrastruttura, che farà la fine di Brebemi, come di un enorme successo. All’inaugurazione della tangenziale di Varese (parte integrante della Pedemontana) ha addirittura parlato di un “sogno che diventa realtà».

Per Paola Macchi, consigliere del Movimento 5 Stelle della Lombardia: «Ormai, i politici che contano in Lombardia, tutti varesini, dal Presidente Maroni al Presidente del Consiglio regionale Cattaneo fino a il segretario regionale del PD Alfieri, il loro pezzo di Pedemontana (e il relativo ritorno elettorale) l’hanno avuto. I tempi sono maturi perché si dica una buona volta la verità ai cittadini: la Pedemontana finirà indecorosamente a Lentate sul Seveso e gli altri tratti non vedranno mai la luce. Tutto il traffico proveniente da Como, Varese e Saronno si riverserà nel girone infernale della superstrada Milano-Meda, già oggi di per sé al collasso».

«Per la tratta A restano aperte numerose questioni come la gratuità del tratta per i prossimi mesi, forse per tutto il 2015, che apre un buco nelle casse della società. A pagare come sempre saranno i cittadini, visto che la Regione ha assicurato la copertura dell’operazione. Chiediamo a Maroni di impegnarsi a non reperire queste risorse dai fondi previsti per il trasporto pubblico. Si dia inoltre una forte accelerata a tutte le compensazioni ambientali previste e a oggi rimaste praticamente sulla carta. Avrebbero dovuto essere realizzate in contemporanea alla tratta e invece oggi l’asfalto c’è, le compensazione sono solo una promessa. Infine, Maroni s’impegni affinché alla colata di asfalto dell’autostrada non si aggiunga la colata di cemento di capannoni e centri commerciali che ad esempio hanno devastato il territorio lungo l’A4; evitiamo oltre al danno la beffa!», conclude Macchi.

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