Potevano riportarlo a galla vivo?
Si indaga sulla morte del sub

L’inchiesta sulla morte di Lorenzo Canini, che al momento non conta indagati, non riguarda solo l’incidente costato la vita al sub trentanovenne di Ponteranica, ma anche le operazioni di soccorso.

Poteva essere salvato? Tutti i passaggi per tentare di recuperarlo sono stati eseguiti correttamente o ci sono stati intoppi che hanno rallentato gli interventi? Sono anche queste le domande a cui stanno tentando di dare una risposta il pm Letizia Ruggeri e i carabinieri di Tavernola. Gli inquirenti hanno chiesto con urgenza ai vigili del fuoco di Bergamo e di Brescia le relazioni di servizio del personale intervenuto, segno che sono intenzionati a capire pure il funzionamento della macchina dei soccorsi.

Perché c’è ancora qualche punto da chiarire. Soprattutto quello che accade dopo la prima immersione dei sub della Protezione civile di Montisola. Questi ultimi risalgono in superficie tra le 11,30 e le 11,45 senza essere riusciti a recuperare Canini. Riemergono intenzionati a utilizzare il verricello, ma s’imbattono in un vigile del fuoco volontario di Montisola, accorso su un’imbarcazione della Protezione civile, che impone l’alt: «Sospendete l’operazione, ordine del comando». È passata circa un’ora da quando Canini (dotato di respiratore) era rimasto impigliato nella rete sul fondale e sia il compagno di immersione Fabio Bozzato che gli stessi uomini della Protezione civile l’avevano visto inerme e privo di boccaglio. Un tempo che pare eccessivo per coltivare speranze, anche se c’è qualche caso di letteratura che parla di gente sopravvissuta anche dopo essere rimasta sott’acqua per parecchio tempo. E allora la domanda è legittima: in quel preciso istante il sub di Ponteranica era ancora vivo?

E poi: a nome di chi parlava il pompiere volontario? Dai comandi di Brescia e Bergamo fanno sapere che da loro non è partito alcun ordine. In più, pare che il vigile del fuoco di Montisola abbia ricevuto un richiamo ufficiale. È stata dunque un’iniziativa personale, supportata da una millanteria? Voleva far valere il suo potere (ai vigili del fuoco è demandato in effetti il coordinamento delle operazioni di soccorso tecnico urgente sul lago d’Iseo) nei confronti dei componenti della Protezione civile di Montisola con i quali forse c’erano già vecchie ruggini? Insomma, s’è rinunciato a un estremo tentativo per puerili questioni di rivalità? Oppure, come riferisce qualcuno presente, il pompiere volontario sapeva che di lì a poco sarebbe atterrato l’elicottero con tre vigili del fuoco sommozzatori di Como,e ha deciso di stoppare i volontari della Protezione civile per evitare loro una seconda, pericolosa immersione (le condizioni in cui si agiva erano di estremo rischio, su questo tutti concordano)?

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