Processo all’oculista: no concussione
Ma due anni per falsificazione cartelle

Condanna a 2 anni di reclusione, con sospensione condizionale della pena, per falso materiale in cartelle cliniche e assoluzione con formula piena dalle accuse di truffa ai danni dello Stato, violenza privata verso i sottoposti, concussione e abuso d’ufficio.

È la sentenza emessa giovedì 27 novembre dal Tribunale di Bergamo nei confronti di Stefano Zenoni, ex primario del reparto di Oculistica degli allora Ospedali Riuniti di Bergamo. Il collegio ha anche restituito gli atti alla Procura su uno dei due filoni di concussione ipotizzati dal pubblico ministero Giancarlo Mancusi e in particolare quello secondo cui il professionista avrebbe creato una sorta di lista di attesa preferenziale per i propri pazienti in attesa di intervento chirurgico agli occhi: secondo i giudici si dovrebbe piuttosto valutare l’ipotesi di abuso di ufficio in relazione a quegli episodi.

Sotto il profilo del risarcimento alle parti civili, l’ospedale e uno degli oculisti in servizio all’epoca dei fatti nel reparto, il Collegio ha disposto un risarcimento complessivo di 20 mila euro (a fronte dei 50 mila chiesti come provvisionale) in favore del primo, respingendo invece le richieste del medico. Il pm, in sede di requisitoria, aveva invece invocato l’assoluzione per la violenza privata e la truffa ai danni dello Stato, con condanna a 3 anni per gli altri reati contestati. I difensori, sulla scorta di quanto sempre sostenuto da Zenoni (che da subito ha respinto ogni accusa), ne avevano chiesto l’assoluzione con formula piena.

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