Provincia, è il giorno del voto
In 2.851 eleggono il presidente

Il giorno del voto è arrivato: domenica 28 settembre dalle 8 alle 20, nelle tre sezioni allestite alla Cittadella dello sport, 2.851 amministratori dei Comuni bergamaschi (sindaci e consiglieri comunali) eleggeranno il nuovo presidente della Provincia e i sedici membri del Consiglio.

Il giorno del voto è arrivato: domenica 28 settembre dalle 8 alle 20, nelle tre sezioni allestite alla Cittadella dello sport, 2.851 amministratori dei Comuni bergamaschi (sindaci e consiglieri comunali) eleggeranno il nuovo presidente della Provincia e i sedici membri del Consiglio.

La macchina organizzativa è stata curata dagli uffici di Via Tasso. La scelta è tra due candidati alla presidenza, Matteo Rossi e Beppe Pezzoni, e quattro liste: in ordine di apparizione sulla scheda, si tratta dei «Democratici e civici per la Bergamasca», Lega Nord, «Civici popolari indipendenti per Bergamo» e «Provincia Bene Comune».

Per il Consiglio sarà possibile anche esprimere la preferenza per il nome di un candidato della lista scelta. Il voto sarà ponderato su cinque fasce demografiche: gli elettori riceveranno schede di colore diverso (e dunque «peseranno», singolarmente, di più o di meno) in base alla grandezza del Comune che rappresentano.

Lo spoglio delle schede prenderà il via subito dopo la chiusura dei seggi. Si parte dalle schede relative alla scelta del presidente, per poi proseguire con la composizione del Consiglio: qui i sedici seggi disponibili saranno ripartiti in base ai voti ottenuti dalle diverse compagini. Sapremo lunedì chi sarà il nuovo presidente della Provincia di Bergamo, e come è composto il Consiglio di 16 amministratori che lo affiancherà.

Gli eletti, si troveranno ad avviare una gestione nuova, tra opportunità e (tanti) punti di domanda, ma anche ad affrontare una serie di questioni che sono sul tavolo da tempo. La più incombente sul calendario riguarda senza dubbio il bilancio: entro il 10 ottobre, se non ci saranno i cambiamenti fortemente richiesti dall’Upi e su cui si attende una risposta dal governo, la Provincia dovrà dare un «contributo» di circa 6,5 milioni allo Stato. Che significherebbe decidere una serie di tagli rispetto anche alle previsioni approvate pochi mesi fa. E come partenza non è certo delle più soft.

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