Rapita e portata in Marocco dal padre
Bimba atterrata a Malpensa: sana e salva

Gli inquirenti e il legale ricostruiscono la vicenda della bambina di soli 4 anni sottratta dal padre nel 2013 e le tappe delle indagini che hanno permesso di riportarla in Italia. La madre: «Mi ha chiamato mamma e sono scoppiata a piangere, poi un lungo abbraccio». La bimba è atterrata a Malpensa alle 17, sana e salva.

«Grazie alla sinergia con la procura di Bergamo, le forze dell’ordine italiane e marocchine, i rispettivi ministeri, autorità e Consolati e l’Interpol siamo riusciti a riportare a casa una bambina, di soli 4 anni, sottratta dall’Italia nel novembre del 2013». Queste le dichiarazioni dell’avvocato Maria Chiara Zanconi dello studio legale «Penalisti Associati Zanconi e Zingari», il 29 maggio, accanto alla madre che ha riabbracciato la figlia sul suolo marocchino.

«A seguito della sottrazione della bambina (che vive nell’Isola, ndr) avvenuta ad opera del padre e del mandato conferito dalla madre allo Studio, si è intervenuti su più fronti, ottenendo in Italia un decreto che dichiarava la decadenza del padre dalla responsabilità genitoriale sulla figlia e lavorando con la Procura di Bergamo nell’espletamento delle indagini che conducevano all’emissione di un mandato di arresto europeo e al successivo rinvio a giudizio dell’imputato per i reati di sottrazione e trattenimento di minore all’estero e sequestro di persona».

«Di straordinaria importanza - sono sempre parole dell’avvocato - è stata inoltre la cooperazione quotidiana con l’Autorità Centrale Italiana e il Consolato generale d’Italia a Casablanca. Ed è così che nel mese di marzo è stato disposto il rimpatrio della minore e lo scorso 27 maggio intervenuto l’arresto dell’imputato in Marocco. La bambina è stata appena riconsegnata nelle braccia della madre».

«È il primo caso in Italia - conclude l’avvocato Zanconi - di applicazione della Convenzione dell’Aja del 25 ottobre 1980. Il nostro ringraziamento va a uomini e donne che lavorano nell’ombra, in Italia e all’estero. Per la loro disponibilità e solerzia meriterebbero un nome scritto da qualche parte a cui dire grazie, ma sono abituati così e rimangono nell’ombra per continuare a fare quel lavoro che oggi ci ha permesso di riportare un’altra bambina a casa. Quindi semplicemente grazie, questa volta da parte di una mamma, domani chissà, da parte nostra sempre».

Il 30 maggio al comando provinciale dei carabinieri di Bergamo è stata convocata una conferenza stampa (foto e video di Bedolis). Durante l’incontro è stato spiegato, tra l’altro, che il padre della bambina era sfuggito una prima volta alla cattura nel dicembre del 2014: rientrato in Italia, aveva telefonato alla madre e le aveva chiesto un incontro chiarificatore. La donna si era rivolta ai carabinieri che, seguendo le tracce telematiche del telefonino dell’uomo, erano arrivati in una casa a Fara Olivana, dove avevano però trovato solo il suo cellulare e altri due marocchini, poi arrestati perché trovati in possesso di cocaina.

Alla conferenza stampa erano presenti il procuratore Francesco Dettori, il pm Gianluigi Dettori che ha coordinato le indagini, il comandante provinciale dei carabinieri, colonnello Antonio Bandiera, il tenente colonnello Marco Molinari della Direzione Centrale Servizi Antidroga, il vicequestore Gianpiero Messinese dell’Interpol, il tenente Chiara Crupi del nucleo operativo e radiomobile di Bergamo e il brigadiere Garro della stazione di Ponte San Pietro. Proprio brigadiere di Ponte, ha spiegato il pm Dettori, è stato uno degli uomini chiave della vicenda: «È riuscito a raccogliere rapidamente tutti gli elementi necessari – ha spiegato il magistrato – e grazie al suo impegno nel giro di dieci giorni ho potuto chiedere l’ordinanza di custodia cautelare». A fare da tramite fra le autorità italiane e marocchine per localizzare la bambina è stato invece il vicequestore Stefano Silvestris.

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