Ripristino della misure antirumore
Legambiente: «Un pannicello caldo»

«Il ripristino delle misure antirumore sospese il 30 aprile scorso, richiesto dal sindaco Giorgio Gori, non basta per portare lo scalo ad un livello di accettabilità ambientale». Lo scrive Dario Balotta di Legambiente Lombardia che definisce la proposta un «pannicello caldo».

«Il ripristino delle misure antirumore sospese il 30 aprile scorso, richiesto dal sindaco Giorgio Gori, non basta per portare lo scalo ad un livello di accettabilità ambientale». Lo scrive Dario Balotta di Legambiente Lombardia che definisce la proposta un «pannicello caldo».

L’accettabilità ambientale - scrive Legambiente - «è compromessa non solo dal rumore ma anche dall’inquinamento delle tonnellate di kerosene bruciate sulla testa dei cittadini».

«Non solo, ma i fatti - dice Balotta - vanno in senso diametralmente opposto da quando desiderato dal primo cittadino azionista al 13% di Sacbo. Al contrario continua lo sviluppo caotico dello scalo. Sono infatti previsti aumenti delle frequenze e delle destinazioni per il 2015 che porteranno da 9 a 10 milioni i passeggeri l’anno. E’ ultimata la nuova aerostazione arrivi, continuano ad operare i voli cargo notturni in barba alle normative che li vietano, non si ferma la cementificazione attorno all’aeroporto con 237 mila mq di parcheggio inutile e permane l’assenza di un piano di mitigazione ambientale».

«Sorprende - conclude Legambiente - che la nuova amministrazione comunale ancora non si sia accorta che gli utili di Sacbo sono inferiori di quando si trasportavano 6 milioni di passeggeri l’anno e che l’occupazione non cresce con il crescere dei voli. Cresce solo l’accessibilità aerea con danni pesantissimi all’ambiente ma senza un corrispondente sviluppo dei margini economici, con la Sacbo sempre più autoreferenziale e distante dalle esigenze del territorio».

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