Roma: bufera, braccio di ferro M5S-Raggi
La sindaca resiste al diktat del direttorio

Bufera si annunciava e bufera è stata. La riunione fiume del Direttorio M5S usa il pugno duro su Roma e, con l’avvallo di Beppe Grillo in costante contatto con la Capitale, chiede con forza a Virginia Raggi di far fare un passo indietro al vicecapo di gabinetto Raffaele Marra, al capo della segreteria politica Salvatore Romeo e ai due assessori Paola Muraro e Raffaele De Dominicis.

Sui primi due la Raggi, impegnata tutto il giorno e fino a tarda sera in una serie di incontri in Campidoglio, si sarebbe mostrata possibilista mentre avrebbe rispedito al mittente l’ordine di sacrificare i due assessori. In una giornata caotica, che ha costretto Luigi Di Maio a rinunciare alla partecipazione in Tv al nuovo programma di Semprini su Rai3 e a Di Battista a far saltare la tappa ischitana del suo tour estivo per il No al referendum, l’unica certezza è che i giochi su Roma e dentro al Movimento 5 Stelle non sono finiti.

La sindaca, infatti, non avrebbe intenzione di revocare il mandato a Paola Muraro e Raffaele De Dominicis facendo capire di non voler cambiare la linea già indicata ieri: quella cioè di aspettare le carte. Discorso diverso invece per Raffaele Marra che vedrebbe la Raggi intenzionata ad escluderlo dal gabinetto e per Romeo per il quale si potrebbe profilare un più semplice taglio di stipendio.

Bisognerà però vedere quanto pesante sia la posizione di Grillo ben consapevole che il terremoto romano rischia di far naufragare l’immagine e la credibilità dell’intero Movimento Cinque Stelle. E, dunque, le mosse dovranno essere ben studiate. Non bastassero i problemi della giunta Raggi, a preoccupare il vertice M5s ci si è messa anche la rivolta dei militanti che sui social network non hanno risparmiato accuse e pesanti critiche alla sindaca. A mettere poi i grillini sul banco degli imputati sono all’unisono tutte le altre forze politiche. Matteo Renzi parla di «scene indecorose» dicendosi «dispiaciuto» per la sorte che tocca alla Capitale.

E il rischio che il caos di Roma possa avere pesanti ripercussioni a livello nazionale costringe i big del Movimento a correre ai ripari. Detto di Di Maio che ha rinunciato al debutto di Politics su Rai tre (e che si becca un hashtag ad hoc coniato dal conduttore della trasmissione #DiMaiononrisponde) e di Di Battista che annuncia via Fb che «ci sono problemi a Roma ed è meglio tornare» dando un arrivederci a Ischia e al suo tour, ci pensa Roberto Fico a spiegare che la vicenda non si chiude oggi: «la riunione non è finita: è solo sospesa e potrà continuare anche mercoledì. È una riunione in fieri».

Chi non ha dubbi su quali siano le decisioni da prendere è Federico Pizzarotti. Il sindaco di Parma da tempo in rotta con il vertice pentastellato chiede che ora sia applicato anche al gotha M5s lo stesso metodo che ha portato alla sua sospensione: «Il Direttorio dovrebbe orassegnare in blocco le proprie dimissioni per non aver saputo gestire il Movimento», è l’affondo del primo cittadino di Parma che aggiunge: «Alla luce di tutto questo, l’Italia non si governa con due clic in rete e con decisioni calate dall’alto e a porte chiuse. Serve incontrarsi, parlarsi, organizzarsi, anche litigare e discutere».

Ma il caos che regna in questo momento tra i Cinque Stelle ha come effetto quello di compattare il resto delle forze politiche che all’unisono non lesinano critiche. Mercoledì Grillo è atteso a Roma e vedremo cosa succederà.

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