San Tomaso: la storia di Giulia
si è diffusa dal quartiere in tutta Italia

«Forza Giulia, siamo con te». C’era scritto così sullo striscione che i ragazzi dell’oratorio hanno disteso sotto il balcone di via Elba, una sera d’estate di quattro anni fa.

«Era la serata finale del Cre - racconta papà Antonio Gabrieli -. La festa in realtà si sarebbe dovuta tenere il giorno precedente, ma è venuto un diluvio e l’hanno rimandata. Ed è stata una fortuna, perché così Giulia, che la sera prima stava male e di sicuro non sarebbe riuscita ad affacciarsi, ha invece avuto tempo di ricevere la trasfusione, e ha potuto vedere tutti quei ragazzi, con il don, lì riuniti per farle sentire il loro abbraccio».

Poche settimane dopo, il 19 agosto 2011, all’età di 14 anni, Giulia sarebbe «partita per il cielo». Dice proprio così Antonio, «partita per il cielo. In quei giorni abbiamo sentito tutti vicini: i sacerdoti non le hanno mai fatto mancare l’Eucarestia, e attraverso di loro avvertivamo la presenza di tutta la comunità». Anche negli ultimi giorni dell’agonia la casa era «tutta un viavai di gente, venivano a trovare Giulia. Aveva un sorriso contagioso, tirava fuori il meglio delle persone. A volte la malattia tende a isolarti, qui invece è successo l’opposto».

La storia di Giulia Gabrieli, il suo inno alla vita anche di fronte al tumore che l’ha colpita, hanno da subito varcato ampiamente i confini del quartiere di San Tomaso. Oggi il libro «Un gancio in mezzo al cielo», in cui lei stessa racconta la propria storia, è all’undicesima edizione, con oltre 35 mila copie vendute, ed è stato tradotto già in tre lingue. I genitori hanno portato questo racconto di speranza in oltre trecento testimonianze pubbliche. Antonio, così, ha avuto la conferma di quel che in fondo lui, mamma Sara e il fratellino Davide già sapevano: «Questa storia è andata ben oltre le nostra quattro mura, oltre il quartiere». Segno di una fede che «se vissuta, non ha confini».

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