Sentenza sugli ultrà, il pm Pugliese:
«Anche Reja s’è inchinato a loro, io no»

Prima della sentenza del maxi processo sugli ultrà, nell’udienza di lunedì mattina il pm Carmen Pugliese ha replicato alle arringhe degli avvocati difensori degli ultrà e le sue sono state parole dure.

I legali avevano accusato la polizia di slealtà, arrivando persino a chiedere al giudice la trasmissione degli atti in Procura per falsa testimonianza (richiesta poi ignorata dal giudice Maria Luisa Mazzola). Per il pm Pugliese, che ha condotto le indagini della Squadra mobile e della Digos, i legali avrebbero «rasentato l’offesa» e, nel difendere Galimberti, avrebbero «perso completamente la bussola».

«Capisco - ha tuonato Carmen Pugliese - che persino la squadra dell’Atalanta e l’anziano allenatore Reja si siano dovuti recentemente inchinare alla reprimenda di Galimberti (il magistrato si riveriva alla pubblica tirata d’orecchie del capo ultrà a giocatori e mister, il cui video nei giorni scorsi ha fatto il giro del web, ndr) ma che stimati avvocati del Foro di Bergamo lo abbiano fatto, questo proprio non lo accetto».

Il pm ha poi difeso a spada tratta l’operato della polizia, in particolare del sovrintendente Giuseppe Viganò, dell’assistente capo Corrado Citaristi e William Lazzari e del dirigente Francesca Ferraro, che erano finiti nel mirino delle difese ultrà, e ai legali ha detto: «Avete coperto di fango persone che hanno semplicemente fatto il loro lavoro».

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