Soldi per le varianti di Zogno e Cisano
Il ministro Delrio valuta la proposta Bg

Giorgio Gori lo stuzzica con una battuta: «Il ministro non ha fatto promesse...». «Non faccio promesse che non sono in grado di mantenere». Graziano Delrio incassa e sorride sull’uscio di Palazzo Frizzoni.

Dopo il taglio del nastro della nuova area terminal a Orio, l’incontro in Comune: un’ora e quaranta di faccia a faccia con il sindaco, il presidente della Provincia Matteo Rossi, l’assessore regionale alla Mobilità Alessandro Sorte e i parlamentari del Pd. Sul tavolo il dossier delle opere da presentare al ministro in vista del piano triennale delle infrastrutture che il governo varerà a settembre, in cui compaiono il raddoppio ferroviario della Montello-Ponte San Pietro (80 milioni) con la fermata al nuovo ospedale, le varianti di Zogno e Cisano, ma anche il treno per Orio da 195 milioni.

Se non un libro dei sogni, quasi. Il ministro non ha promesso soldi, ma ha dato la disponibilità a prendere in considerazione «molto seriamente» la proposta avanzata che permetterebbe di sbloccare le due varianti, di Zogno e Cisano. Come? «L’idea è che lo Stato che già finanzia la variante di Cisano per 35 milioni ne aggiunga altri cinque, liberando il finanziamento di 5 milioni della Regione da dirottare su Zogno» spiega Gori. Zogno rappresenta la «questione ineludibile perché il cantiere è aperto. Sono già stati spesi 45 milioni, ne mancano 31. La Regione ne metterà 16, uno dovrebbe metterlo la Provincia. Resta il problema degli altri soldi che potrebbero essere recuperati con i ribassi d’asta».

Il ministro alle Infrastrutture però ai microfoni non si è sbilanciato. «Oggi abbiamo discusso del collegamento ferroviario est-ovest e del treno per Orio che è prioritario. Sono soddisfatto di vedere che qui a Bergamo ci sono ragionamenti maturi, progetti di qualità, li valuteremo con attenzione nell’ambito della negoziazione con la Regione con cui dovremo predisporre il piano».

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