Terremoto: 159 vittime accertate - Video
«Mai vista una devastazione così»

«Quello che è accaduto è un evento di impatto enorme. Le vittime sono concentrate in tre comuni ed è un bilancio che non è ancora definitivo». Lo ha sottolineato verso le 19 il premier Matteo Renzi dopo un vertice sul sisma nel centro Italia. In serata il Capo Dipartimento della Protezione Civile, Fabrizio Curcio, ha aggiornato il dato: per il momento sono 159 le vittime accertate.

La vittime in gran parte sono state trovate fra le macerie tra Amatrice ed Accumoli, quindi sul territorio laziale, e sul territorio di Arquata nella regione Marche. Il numero dei dispersi non è precisato e più di 350 feriti sono assistiti in vario modo in queste ore negli ospedali delle aree interessate o in strutture alternative. Mobilitati anche gli ospedali di Roma.

Una devastazione «peggiore di quella dell’Aquila, mai vista una cosa così». È la reazione dei soccorritori al lavoro nei paesi distrutti dal terremoto della scorsa notte. «Qualche centinaio» i feriti e un numero imprecisato di dispersi. La terra intanto continua a tremare: un’altra violenta scossa, di magnitudo 4.9, è stata avvertita nel primo pomeriggio scatenando il panico.

La scossa più forte, di magnitudo 6, era avvenuta invece alle 3.36 con epicentro vicino Accumoli (Rieti); una seconda di magnitudo 5.4 è stata registrata alle 4,33 con epicentro tra Norcia (Perugia) e Castelsantangelo sul Nera (Macerata). Non ce l’hanno fatta un piccolo di 4 anni di Amatrice, deceduto in ospedale ad Ascoli Piceno, e una bimba di 18 mesi sorpresa dal terremoto, mentre dormiva, nella casa delle vacanze in cui si trovava con i genitori ad Arquata del Tronto.

La mamma, originaria dell’Aquila, era scampata nel 2009 al sisma che aveva distrutto la sua città ed aveva deciso di trasferirsi ad Ascoli dopo quella terribile esperienza. Ad Amatrice si lavora per salvare un bimbo che chiede aiuto da sotto le macerie, ad Accumoli estratto vivo, fra gli applausi, un quarantenne romano. Pronte numerose tendopoli per gli scampati. I paesi distrutti offrono scene apocalittiche, i soccorritori a Pescara del Tronto descrivono una situazione «mai vista», ed anche la presidente della Camera Boldrini, giunta sul posto, commenta: «Non c’è più nulla, sembra un bombardamento. Il presidente del Centro Studi del Consiglio Nazionale dei Geologi, Fabio Tortorici, spiega da parte sua che in Italia si verificano scosse di magnitudo superiore a 6.3 «ogni 15 anni circa», invita a una «cultura diffusa» della prevenzione sismica e osserva che gli edifici costruiti dopo il 2008 «hanno resistito meglio».

Timori anche per il patrimonio culturale nelle zone più colpite. Piccole crepe si sono aperte nella struttura esterna del Duomo di Urbino, che è stato transennato. Crolli nel monastero di S.Chiara a Camerino e, ad Amatrice, nella basilica di San Francesco e la chiesa di Sant’Agostino. Il ministero dei beni culturali ha allertato le sue unità di crisi, in azione la task force italiana dei Caschi Blu della Cultura. A Roma sottoposto a verifiche il Colosseo, ma nessun danno.

Il presidente del Consiglio Renzi, sarà nel tardo pomeriggio nelle zone colpite. Ringrazia «tutti coloro che sono intervenuti e hanno scavato a mani nude» e assicura: «Non lasceremo nessuno da solo. L’Italia piange e mostra al mondo le lacrime ma anche il cuore grande dei volontari, della protezione civile e delle istituzioni».

Nella zona colpita sono arrivati il capo della Protezione Civile Curcio e il ministro Delrio che assicura: «Troveremo le risorse per il post-terremoto, ce la faremo». E intanto è rientrato a Roma da Palermo il presidente della Repubblica Mattarella. Il Papa ha rinviato la catechesi prevista nell’udienza del mercoledì. Lutto anche per lo sport, Malagò (Coni) annuncia «un minuto di silenzio in tutte le manifestazioni sportive».

Dal mondo dell’economia, L’Abi invita le banche a sospendere il pagamento delle rete dei mutui per gli immobili danneggiati. Confindustria si dice «pronta a garantire supporto per affrontare l’emergenza e la ripresa». Attivo il numero telefonico 45500 per donare due euro - via sms o chiamata da rete fissa - a sostegno delle popolazioni colpite.

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