Tragedia di Grassobbio, lo sfogo
Il cognato: «Tra pochi giorni sarà libero»

Uomo buono, disponibile, solidale: pensieri e parole si intrecciano, riferiti a Francesco Pavone, l’assessore ai Lavori pubblici e Urbanistica del Comune di Grassobbio, ucciso in strada giovedì mattina, mentre in moto andava al lavoro, all’Aler a Bergamo.

Intanto emergono ricordi toccanti: come quello della cena di mercoledì, la sera prima della tragedia, a Cascina Del Sole a Carobbio degli Angeli, cena di beneficenza organizzata dall’associazione Terra d’Europa alla quale hanno partecipato anche i suoceri di Pavone, Giovanni e Anna Stracuzzi, genitori della moglie Carmela e naturalmente del fratello di lei, Luigi. Che racconta: «Una sera di gioia, nella quale abbiamo festeggiato gli 89 anni di papà. Eravamo tutti contenti. Mentre ci aspettava, l’indomani, la tragedia».

Uomo aperto Francesco Pavone come ricorda Marco Villa: «Ho ancora nel computer la mail del 2009 in cui Pavone mi scrive di aver chiesto un minuto di silenzio in consiglio comunale per la morte di Corrado Testa, fondatore della Lega a Grassobbio, morto ad appena 38 anni. Un gesto che custodisco fra le cose più belle e umane: Pavone a quel tempo era consigliere di minoranza in una lista civica con riferimento all’allora Pdl, mentre il governo locale era un monocolore leghista».

Oltre al dolore, la rabbia. «Ma ci rendiamo conto? Qui bisogna fare qualcosa!– esplode Luigi Stracuzzi- l’investitore di mio cognato fra qualche giorno sarà libero. Bisogna fermarlo. Non dico per me, per noi, colpiti dalla tragedia, perché ormai il nostro Francesco non c’è più, ma per gli altri, per altre vite da tutelare».

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