Trescore, troppi misteri nel delitto
E sono spariti anche i cellulari

I cellulari scomparsi, tranne una batteria trovata nel bagno. La vittima - il trentenne marocchino Hassan Mahsouri - massacrata con 40 coltellate e forse rivestita, con gli indumenti sporchi di sangue ma privi di tagli, e senza ferite da difesa.

La presunta assassina - la sua connazionale Rahma El Mazouzi, 36 anni – cambiata d’abito e con nella borsa un indumento intimo intriso di sangue.

Sono solo alcuni degli elementi che ancora devono essere chiariti nell’ambito dell’omicidio del trentenne (affetto da distrofia muscolare di Beker e per questo costretto in carrozzina), avvenuto il giorno di Capodanno all’albergo La Torre di Trescore Balneario, e l’incapacità di rispondere lunedì mattina 5 gennaio in carcere della trentaseienne non ha certo facilitato gli inquirenti.

Ieri il gip Raffaella Mascarino, quando l’ha raggiunta nel carcere di via Gleno per l’interrogatorio di convalida del fermo per omicidio volontario, ha infatti dovuto fare i conti con lo stato di salute della donna: già poco reattiva e in stato di prostrazione nei giorni scorsi, dopo il suo trasferimento al carcere di Bergamo ieri ha avuto un peggioramento, tanto da non riuscire né a parlare né ad aprire gli occhi. Proprio per questo il giudice per le indagini preliminari per ora ha effettuato solo una convalida formale del fermo, rinviando l’interrogatorio a data da destinarsi.

Il risultato concreto è che chiarimenti da lei, quanto meno sulla ricostruzione del fatto e sul movente, non ne sono arrivati, e l’ipotesi che qualcun altro possa essere coinvolto, pur essendo ardua da dimostrare, non sembra così surreale.

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