Trofeo con un cervo decapitato
La Lav: ignoranza e inutile crudeltà

La Lega antivivisezione: «Massimo sostegno al Corpo Forestale dello Stato che indaga per l’uccisione di un ungulato in periodo vietato e con metodo crudele, in violazione della legge sulla caccia e del codice penale».

Continua a far discutere la notizia del ritrovamento della carcassa di un cervo di 150 chili, ucciso e decapitato in Valle Imagna, in una zona distante dal centro abitato di Sant’Omobono Terme a circa 800 metri di quota in località Valsecca-Camozzo.

«Lav – si legge in una nota diffusa il 20 gennaio dalla onlus – non può che condannare l’ennesimo episodio di bracconaggio che ha avuto come vittima un cervo di circa otto anni, ucciso in Val Imagna per il futile scopo di ornare con la sua testa il muro di una casa, macabra testimonianza della crudeltà e dell’ignoranza di chi considera gli animali alla stregua di oggetti».

«Se proviamo tristezza per la soppressione di un essere vivente e rabbia per le crudeli modalità in cui ciò è avvenuto – prosegue – oltretutto in totale spregio delle leggi e a danno di tutti i cittadini, ancora più tristezza proviamo per i responsabili, ciechi alla possente bellezza di un animale in libertà e sordi a quell’armonia che la natura tutta riesce a trasmettere a chi solo si pone in ascolto. E non saranno certo gli occhi vitrei di una testa di cervo imbalsamata a trasmettere tale bellezza e armonia. Ci auguriamo pertanto che il Corpo Forestale riesca ad individuare i responsabili di tale barbarie, ed esprimiamo loro nel frattempo tutta la nostra solidarietà per il difficile lavoro che si trovano ad affrontare».

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