Uccise la dottoressa Cantamessa
Udienza «urgente» per l’indiano

I termini di custodia cautelare in carcere scadranno a breve, il prossimo 8 settembre, a un anno esatto dai drammatici fatti. Ma Vicky Vicky, l’indiano accusato di aver ucciso il fratello Baldev Kumar e la dottoressa Eleonora Cantamessa non tornerà libero in attesa del processo.

I termini di custodia cautelare in carcere scadranno a breve, il prossimo 8 settembre, a un anno esatto dai drammatici fatti. Ma Vicky Vicky, l’indiano accusato di aver ucciso (travolgendoli con l’auto) il fratello Baldev Kumar e la dottoressa Eleonora Cantamessa, che era china su di lui e lo stava soccorrendo,non tornerà libero in attesa del processo. Proprio per scongiurare questo rischio, infatti, il giudice Alberto Viti ha fissato a breve termine l’udienza preliminare a suo carico: sarà il 12 agosto. Una data irrituale, perché ricompresa nel cosiddetto periodo di «sospensione feriale dei termini processuali».

Ma la scelta è dettata da motivi d’urgenza, come argomenta lo stesso giudice nel decreto di fissazione dell’udienza: «Ricorrono i presupposti per la dichiarazione d’urgenza del processo, trattandosi di procedimento per duplice omicidio con imputato sottoposto a misura cautelare della custodia in carcere il cui termine di scadenza è l’8 settembre 2014».

Con l’udienza preliminare scatteranno nuovi termini di fase e appare scontato, dunque, che l’indiano resti in cella, in attesa del processo chiesto dal pubblico ministero Fabio Pelosi. L’imputato, difeso dall’avvocato Benedetto Maria Bonomo, potrebbe chiedere il rito abbreviato oppure scegliere di difendersi al dibattimento.

Tra le fonti di prova che lo accusano, c’è in particolare una perizia tecnica cinematica: la relazione ha stabilito che l’auto di Vicky Vicky viaggiava a velocità sostenuta, oltre i 90 chilometri orari, quando ha colpito la dottoressa e il fratello. Secondo la lettura dell’accusa, questo elemento dimostrerebbe la volontarietà del gesto compiuto dall’indiano. Non per la difesa, che parla di un tragico errore: Vicky Vicky da mesi si sentiva minacciato ed era stato aggredito poche ore prima in una rissa scoppiata a Casazza, lo aveva anche riferito ai carabinieri. Quella sera a Chiuduno era scappato dopo l’ennesima aggressione, ma vedendo il fratello in balia dei rivali, era tornato indietro per aiutarlo. Quindi – è la tesi difensiva – non voleva certo travolgerlo: si sarebbe trattato di uno sbaglio.

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