Uniacque, buco da 27 milioni
È caccia alle utenze «fantasma»

Un buco da 27 milioni di euro. Il bilancio di uniacque fa... acqua e la situazione non è delle più rosee.

Codici fiscali che non ci sono, dati anagrafici comunicati sbagliati («Anche su carta di formaggio...» scherza, ma non troppo Paolo Franco) o che mancano del tutto, letture del contatore dell’acqua fatte quando capita. Aggiungiamoci quattro diversi software per la fatturazione obsoleti, vecchi, non in grado di far fronte alla mole di lavoro e agli aggiornamenti richiesti dalla normativa nazionale.

La questione è decisamente scottante per le traballanti casse della società che gestisce il servizio idrico in provincia. Il neo presidente Franco non si nasconde: «Le difficoltà di fatturazione sono per il 70 per cento imputabili ai software vecchi e per il restante 30 al metodo di lettura delle utenze».

Sono la bellezza di 200 mila le utenze servite dal gestore unico. «Non posso impiegarci otto mesi per validare i risultati della lettura dell’acqua. I quattro software che abbiamo poi non ci permettono di emettere fatture in acconto, in base alla lettura validata» chiosa il presidente. Questione meramente tecnica, pratica che si traduce per alcune utenze in ritardi anche di due anni nell’emissione della bolletta. E per Uniacque in un «buco» nel bilancio che a cascata si riversa sui Comuni soci che aspettano i rimborsi delle rate dei mutui. Ma se i sindaci battono cassa non altrettanto può dirsi per gli utenti che ricevono la bolletta dell’acqua in ritardo di due anni o non la ricevono proprio.

La bolletta di Uniacque qualche mese fa era finita nel mirino dell’Autorità, che aveva contestato alla società errori nella compilazione, la mancanza indicazione se la lettura dell’acqua era rilevata o stimata né le procedure in caso di morosità. «Con il nuovo software risolveremo tutti i problemi. Ci sarà una bolletta unica per tutte le utenze. Un sistema rigido che permetterà l’emissione della fattura in acconto e poi di quella del saldo».

In attesa del nuovo sistema, l’azienda procederà «con la «bonifica dei dati» spiega Franco. Un controllo sistematico di tutto il database per correggere tutti gli errori presenti e sistemare le utenze «fantasma».

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