Vittorio Emanuele, serale a rischio
«Niente soldi per il riscaldamento»

Il corso di ragioneria serale dell’Istituto Vittorio Emanuele sembra andare a fondo. A lanciare l’Sos è l’attuale decano degli insegnanti, Emanuele Abbate, che sta assistendo progressivamente al naufragio di un’istituzione scolastica tra le più radicate in Bergamasca.

Il corso di ragioneria serale dell’Istituto Vittorio Emanuele sembra andare a fondo. A lanciare l’Sos è l’attuale decano degli insegnanti, Emanuele Abbate, che sta assistendo progressivamente al naufragio di un’istituzione scolastica tra le più radicate in Bergamasca.

Da 600/700 studenti del periodo d’oro (anni Ottanta) oggi se ne contano solo un centinaio. Sono suddivisi in quattro classi e la campanella delle lezioni non suona nella aule del complesso sabaudo di piazzale degli Alpini, bensì all’Istituto Pesenti di via Ozanam, poiché per il Vittorio Emanuele II «non ci sono i soldi per pagare il riscaldamento serale».

«Peraltro si tratta di una collocazione - riprende Abbate - che non appare conforme alle direttive dell’Asl in materia di spazio occupato da ogni singolo iscritto. In poche parole le aule sono troppo piene, con tutti i problemi di sicurezza che ne conseguono, considerata anche la presenza in più classi di studentesse in stato interessante».

Sono lontani i tempi in cui studenti e professori gareggiavano nell’ampio cortile del «Vittorio» per scovare uno spazio di parcheggio con manovre al centimetro. «Ora, chi telefona alla segreteria della scuola per chiedere informazioni sulle iscrizioni alla classe terza del serale, può sentirsi rispondere che probabilmente non ci saranno i numeri per poter iniziare il corso». Abbate non nasconde il suo pessimismo sulla permanenza del serale nei prossimi anni. «Sembra che non ci sia la volontà di continuare. Si procede a vista con la logica del “finché dura, dura”. Di questo passo, però, si rischia l’estinzione».

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