«Voglio i miei stipendi e il Tfr»
La protesta di Adel in fabbrica

Da lunedì staziona davanti ai cancelli della Fema, la fabbrica di Cortenuova. Adel Suljc è stato un suo dipendente fino a qualche mese fa quando, quando «stanco dei continui ritardi e delle necessarie proteste per ottenere quanto di diritto, ha deciso di lasciare l’azienda per cercare una nuova occupazione» denuncia la Fim Cisl

Da allora però non ha mai smesso di chiedere quanto spettasse: stipendi arretrati e il Tfr maturato. Nessuna risposta concreta è mai giunta dalla direzione dello stabilimento di Cortenuova. Adel ha allora deciso di passare molta parte del suo tempo libero seduto di fronte ai cancelli, reclamando in maniera anche vistosa stipendio e Tfr provocando non pochi disagi alla proprietà che,mercoledì 1° ottobre, ha anche chiamato i carabinieri che, «con molto garbo mi hanno invitato a non sostare nelle vicinanze dell’azienda. Ma io mi sono informato: è suolo pubblico e qui io posso tornare, come ho fatto anche giovedì e farò fino a che non vedrò saldati i miei crediti», che oggi riguardano il solo Tfr, maturato nei 6 anni trascorsi nell’azienda».

«Intanto – racconta Adel -, vivo con la disoccupazione e sto facendo la patente per guidare automezzi pesanti, nella speranza che si aprano nuove possibilità». Fema dagli inizi degli anni ’70 è attiva nel settore della meccanica e della carpenteria media e pesante: «Da qualche anno, complice la crisi, ha spesso denunciato problemi di liquidità e difficoltà a pagare gli stipendi dei propri dipendenti (a oggi una settantina) rileva la Fim Cisl. «L’ultima situazione critica quella del maggio scorso, quando lo sciopero a oltranza dei lavoratori si è protratto per alcune settimana. Nello stesso mese la sentenza del Tribunale di Bergamo che ha condannato l’azienda per comportamento antisindacale nei confronti dei tesserati Fim Cisl».

«Abbiamo tentato in tutti i modi “sindacalmente” leciti e tradizionali. Purtroppo, queste situazioni in azienda continuano a manifestarsi e a aumentare – dice Massimo Lamera, della Fim Cisl –. La mossa di Adel è l’ennesima dimostrazione di quanta disperazione possa prendere i lavoratori. Da un punto di vista del sindacato non posso certo riconoscere la sua protesta. Come uomo la condivido e la appoggio, e chiedo alla direzione di fare tutto il possibile per sanare la sua e le altre situazioni analoghe ancora aperte in Fema»

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