Yara, 4 anni dalla scomparsa
«La ricordiamo per il suo sorriso»

Il 26 novembre 2010 la tredicenne di Brembate Sopra spariva sulla strada tra il palazzetto dello sport e la sua casa. Iniziava un incubo per la famiglia e per tutti i bergamaschi.

Nel quarto anniversario della scomparsa, entriamo nella palestra di Brembate Sopra in punta di piedi. È un luogo che con obiettivi e taccuini ci sembra quasi di violare. Dentro nulla sembra cambiato. Una ragazza insegna alle giovanissime i i primi passi a ritmo di musica: è Keba Gambirasio, la sorella maggiore di Yara. Le istruttrici di ginnastica dicono: «Non vogliamo ricordare Yara per il giorno in cui è scomparsa, ma per il suo sorriso e per quello che è stata per noi, in tanti anni insieme». Quella sera di quattro anni fa è scolpita nella loro memoria: «Quella sera – raccontano – ci disse: è buio, vado a casa, altrimenti mamma si preoccupa».

Proprio mentre percorreva il breve tratto di strada tra il palazzetto e la sua casa di via Rampinelli, Yara fu rapita. Il corpo senza vita fu ritrovato tre mesi dopo, il 26 febbraio 2011, in un campo di Chignolo d’Isola.

Un’indagine complessissima, durata tre anni e mezzo, ha portato una prima risposta. Le tracce di dna trovate sui suoi indumenti hanno fornito una pista agli investigatori che, dopo aver prelevato 18.000 campioni genetici, sono arrivati a Massimo Bossetti. Per la procura è lui «Ignoto 1». Il muratore di Mapello, 45 anni, è in carcere dallo scorso giugno.

Mercoledì 26 novembre a Brembate Sopra si pregherà per lei, nella Messa delle 18, in chiesa parrocchiale.

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