Yara, la famiglia Guerinoni:
estranei ai fatti, privacy da tutelare

Non accettano interviste e hanno rifiutato un’autentica pioggia di inviti a partecipare a salotti televisivi. Si tratta dei familiari di Giuseppe Guerinoni, l’autista di Gorno morto nel 1999 che, secondo gli inquirenti, è il padre biologico di «Ignoto 1», il presunto assassino di Yara.

Non accettano interviste e hanno rifiutato un’autentica pioggia di inviti a partecipare a salotti televisivi. Si tratta dei familiari di Giuseppe Guerinoni, l’autista di Gorno morto nel 1999 che, secondo gli inquirenti, è il padre biologico di «Ignoto 1», il presunto assassino di Yara. «Rispettate quel che resta della nostra privacy», è l’appello che la vedova e i figli di Guerinoni hanno rinnovato ieri, affidandolo alle poche righe di un comunicato.

Cronisti, cameramen e fotografi sono infatti tornati all’assalto dopo che, qualche giorno fa, dai laboratori dell’Università di Milano è uscita la conferma: Giuseppe Guerinoni era davvero il padre biologico di «Ignoto 1», con una probabilità che sfiora il 100 per cento. Lo hanno dimostrato i test di confronto fra il dna di «Ignoto 1» e quello ricavato dai resti di Guerinoni, riesumato un anno fa.

«A seguito delle ultime notizie trasmesse dalla tv, dai giornali, e a seguito dei continui tentativi per avere contatti diretti da parte della stampa - recita la nota della famiglia Guerinoni, la seconda di questo tenore in un anno e mezzo - i familiari di Guerinoni Giuseppe ribadiscono la decisione di non voler essere continuamente contattati per rilasciare interviste, né partecipare ad alcuna trasmissione, in quanto la descrizione dei propri sentimenti e delle relazioni personali non sarebbero di nessun apporto, se solo per l’appagamento di speculazioni mediatiche. Nel frattempo continuiamo a offrire il pieno appoggio, come abbiamo da sempre fatto, allo svolgimento delle indagini. Si chiede pertanto il rispetto di quello che rimane della nostra privacy, in quanto totalmente estranei ai fatti, oltre che per tutelare tutti i familiari, minorenni compresi, da questa gogna mediatica asfissiante».

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