Yara, la perizia della procura:
«Uccisa nel campo dove fu trovata»

Yara è stata aggredita con un’arma bianca nel campo di Chignolo dove poi è morta, non è stata trascinata e durante quei terribili istanti è rimasta sia in posizione supina (come poi è stato ritrovato il corpo) sia in posizione prona, ma per meno tempo.

In pratica il suo corpo è stato girato su se stesso durante l’aggressione. È un dettaglio contenuto nella relazione del Labanof (Laboratorio di antropologia e odontologia forense guidato dall’anatomopatologa Cristina Cattaneo) dell’Università degli Studi di Milano riportato nelle carte dell’inchiesta.Secondo i consulenti della difesa di Massimo Bossetti invece Yara fu uccisa in un altro luogo, spogliata e rivestita e solo successivamente trasportata nel campo di Chignolo.

Per quanto riguarda i vestiti, la perizia precisa che «è possibile supporre che le lesioni sul corpo della vittima siano state prodotte con indosso tutti i vestiti» e «molto probabilmente gli indumenti sono stati discostati nel corso dei gesti lesivi che hanno comportato lesioni al torace e al dorso proprio per meglio attingere ai tessuti molli».

L’autopsia sul corpo di Yara ha rilevato «otto lesioni da taglio e una da punta e taglio vitali a collo, polsi, torace, dorso e gamba destra relativamente superficiali e insufficienti da sole a giustificare il decesso» e contusioni «alla nuca, angolo destro della mandibola e zigomo sinistro» mentre «non erano presenti ferite da difesa». Yara potrebbe quindi essere stata aggredita in un primo momento con un corpo contundente alla testa e poi, nel campo, ferita con l’arma bianca e abbandonata in quel luogo dove poi, diverse ore dopo, sarebbe morta per «ipotermia e per gli effetti combinati delle lesioni da arma bianca e contusiva» tra le 19 e le 24 del 26 novembre 2010 o al massimo nelle prime ore del giorno successivo.

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