Bossetti rinviato a giudizio - foto e video
Caso Yara, si torna in aula il 3 luglio

Dalle 9 alle 13.30 di lunedì 27 aprile a Bergamo, Massimo Bossetti, il muratore arrestato il 16 giugno scorso con l’accusa di aver seviziato e ucciso la tredicenne Yara Gambirasio, si è trovato davanti al giudice dell’udienza preliminare intenzionato a difendersi dalle accuse che potrebbero portarlo all’ergastolo: omicidio aggravato, calunnia ai danni di un suo collega di lavoro sui cui avrebbe sviato i sospetti.

Il muratore di Mapello ha raggiunto il Tribunale di Bergamo scortato dagli agenti della polizia penitenziaria di Bergamo che lo hanno trasferito dal carcere di via Gleno a via Tasso. Già alle 8.30 era in aula, blindatissimo, dopo aver superato un imponente cordone di giornalisti pronti a seguire la vicenda giudiziaria.

A decidere il rinvio a giudizio o il non luogo a procedere c’era il gup Ciro Iacomino. Il secondo piano del tribunale di Bergamo, per tutta la mattinata, è stato «blindato» per assicurare il tranquillo svolgimento dell’udienza. Erano numerose le troupe televisive fuori dall’edificio.

Alle 8.45 hanno raggiunto il Tribunale di Bergamo anche i legali di Bossetti: Claudio Salvagni e Paolo Camporini. Salvagni ha annunciato subito di seguire il rito ordinario. In aula anche il legale della famiglia Gambirasio Andrea Pezzotta, oltre al pm Letizia Ruggeri.

L’udienza è iniziata con due eccezioni di nullità presentate dalla difesa di Bossetti al gup. La prima riguarda il capo di imputazione che presenta un doppio luogo di commissione del delitto: Brembate Sopra e Chignolo; la seconda è stata la richiesta di nullità o inutilizzabilità degli accertamenti biologici compiuti dal Ris in quanto esperiti con lo strumento della delega di indagine e non, invece, con l’avviso alle parti. Quest’ultima questione era già stata respinta dai giudici del tribunale del Riesame ma la Cassazione, sul punto, non ha ancora depositato le sue motivazioni.

Entrambe queste eccezioni sono state respinte dal gup, che ha però sospeso poco dopo l’udienza per una terza eccezione presentata sempre dalla difesa: la richiesta di un incidente probatorio sul Dna di Ignoto 1 e una lunga serie di accertamenti biologici. Respinta anche questa eccezione, è proseguita quindi l’udienza preliminare a porte chiuse. Se questa terza eccezione fosse stata accolta, ci sarebbe stato un colpo di scena: sarebbe potuto scadere il termine della custodia cautelare in carcere di Bossetti, che si conclude per il muratore di Mapello il prossimo 16 giugno.

Al centro della questione quindi resta il dna. Non c’è solo Ignoto 1: sugli slip di Yara c’è almeno un’altra traccia definita «non interpretabile» e su questo la difesa di Massimo Bossetti ha puntato in Tribunale nel tentativo di mettere in discussione le indagini scientifiche (che al momento inchiodano il muratore di Mapello) e insinuare il dubbio che gli inquirenti non abbiano percorso fino in fondo vie alternative a quella che ha portato in cella l’unico indagato. Proprio su questo argomento, durante il dibattimento, l’avvocato Salvagni ha dichiarato in aula che i Ris avrebbero trovato sul pube di Yara Gambirasio tracce biologiche ignorate però dagli inquirenti.

Alle 13.15 il gup si è nuovamente ritirato per decidere e un’ora dopo Ciro Iacomino ha stabilito di rinviare a giudizio Massimo Bossetti: si torna quindi in aula il prossimo 3 luglio e il muratore di Mapello sarà così processato davanti ai giudici della Corte d’Assise di Bergamo.

Come annunciato, non erano in aula i genitori di Yara, Fulvio e Maura. La loro presenza non era necessaria e, fedeli all’atteggiamento che hanno sempre mantenuto, hanno voluto evitare clamore. Si sono costituiti parte civile, tramite il loro avvocato Enrico Pelillo, così come lo ha fatto la sorella di Yara, diventata maggiorenne. Si è costituito parte civile anche Massimo Maggioni, il collega di Bossetti: quest’ultimo è infatti accusato di calunnia ai danni dell’uomo su cui avrebbe sviato i sospetti.

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