Zanzara tigre, ecco tutti i consigli
A settembre il picco dell’infestazione

È bene stare sull’attenti perché, dice l’esperto, «settembre è il periodo di massima infestazione» per la zanzara tigre. Bisogna continuare con la prevenzione.

Non abbassate quindi l’allerta, perché la zanzara tigre è ancora tra noi e fino ai primi freddi (quelli veri) non ha intenzione di lasciarci. Basta che la temperatura si alzi di qualche grado perché l’insetto prolifichi nei nostri giardini, siepi, a bordo piscina, piscinette gonfiabili e laghetti. I ristagni d’acqua sono i posti dove la zanzara tigre preferisce rintanarsi e riprodursi.

Lo spiega Raffaello Maffi, responsabile del dipartimento di prevenzione medico e stazione disinfezione dell’Asl di Bergamo. Dopo la prima invasione della zanzara tigre, circa 10 anni fa, l’insetto è stato monitorato e combattuto. Non è ancora stato sconfitto, ma qualche risultato si inizia a vedere nel monitoraggio che ogni mese, nella stagione estiva, viene svolto dall’Asl in collaborazione con il Comune di Bergamo (e il suo museo di scienze naturali «Caffi») e altri Comuni della Provincia.

«A Bergamo – spiega Raffaello Maffi – ci sono 21 postazioni, dove viene calcolato il valore medio, cioè il numero di uova contate durante il monitoraggio. L’obiettivo è verificare l’andamento delle postazioni, rapportato alla positività o alla negatività della singola ovitrappola, andando ad agire se necessario e cercando di capire quali di queste ha avuto dati importanti».

Dalle 21 postazioni emerge una situazione nuova, se paragonata al passato: «La zanzara tigre – spiega Maffi – si trova in città e in provincia, sostanzialmente nella stessa quantità degli anni precedenti, ma sono diminuite le zone in cui è presente, ci sono addirittura aree dove non c’è più . Rispetto al 2014 l’intensità è la stessa, anche se l’anno scorso, per il fatto che le temperature sono state più basse, l’ambiente è stato meno favorevole all’insetto. L’estate calda di quest’anno, le poche precipitazioni e molta umidità, sono state invece condizioni favorevoli per tutti gli infestanti, compresa la zanzara».

Le zone
Dove hanno proliferato in città? Nell’ultimo monitoraggio (dati aggiornati al 3 agosto) Borgo Santa Caterina è in pole position, con 194 uova trovate. Anche il Villaggio degli Sposi «vista la vicinanza con il parco della Trucca dove, in zona, ci sono parecchie sorgive» spiega Maffi, la situazione è sempre critica: dopo il picco di 220 uova di fine luglio, si è passati a 50. Stesse criticità per via Goltara, con 159 uova. A Longuelo, Celadina, Valtesse la media è di 50 uova, mentre a Redona scendono a 28. Sparite dalla circolazione a Colognola, Campagnola e Loreto, mentre in Città Alta, al 3 di agosto, nell’ovitrappola c’erano solo 11 uova.

La diminuzione delle zanzare «non è un miracolo – sottolinea Maffi – ma frutto delle attività pubbliche e soprattutto private, molto efficaci. A tutti diciamo che la zanzara si contiene solo con la collaborazione di tutti, la prevenzione ha un effetto somma e se assidua, porta ottimi risultati, che durano nel tempo. Non ci troveremo mai a vivere in una campana di vetro, ma con buone abitudini, possiamo creare una zona “zanzara free”, dove ci sono condizioni difficili perché l’insetto si possa collocare e inserire».

Tra le buone azioni indicate dal tecnico Asl, coprire le piscinette dei bambini con un telo quando non si usa, trattare l’acqua dei tombini, non lasciare ristagni d’acqua nei sottovasi. «non ci sono tanti trattamenti da fare – conclude Maffi – ma azioni preventive, per evitare di creare involontariamente dei focolai».

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