Wojtyla e le lacrime di sangue
Libro rivelatorio di mons. Grillo

Gli ingredienti del romanzo ci sono: un Papa che in incognito, vestito da cacciatore, si presenta a pregare in una chiesa dov'è esposta una statuina che ha lacrimato sangue. La statuina è quella di Civitavecchia, il Papa è Giovanni Paolo II.

Gli ingredienti del romanzo ci sono tutti: un Papa che in incognito, vestito da cacciatore, si presenta a pregare in una piccola chiesa di periferia dov'è esposta una statuina che ha lacrimato sangue. La statuina è quella di Civitavecchia, la chiesa è quella di Pantano, alla periferia della città laziale, il Papa è Giovanni Paolo II, nuovo beato, e, conoscendolo, si può credere che ciò che viene raccontato sia davvero accaduto.

La visita in incognito di Wojtyla alla Madonnina è una delle novità contenute nel libro La vera storia di un doloroso dramma d'amore (Editrice Shalom, pag. 239, 5 euro), scritto dal vescovo emerito di Civitavecchia-Tarquinia, monsignor Girolamo Grillo. Un volumetto agile, tratto dal diario del prelato, che restituisce con immagini vivide e in presa diretta gli avvenimenti legati alla statuina di gesso proveniente da Medjugorje, che 1995 venne vista versare lacrime di sangue.

Grillo, inizialmente scettico sul fenomeno, si sarebbe poi convinto della sua autenticità e della sua provenienza soprannaturale quando la statuina lacrimò mentre lui la teneva tra le mani, in casa sua, alla presenza di alcuni testimoni. In quella occasione il vescovo ebbe un malore per l'emozione e venne chiamato d'urgenza il suo cardiologo, il quale, dopo aver soccorso il paziente, confermò di aver riscontrato una nuova flebile traccia di sangue fresco che rigava le gote della piccola statua.

Monsignor Grillo nel libro riproduce la prova scritta della venerazione da parte di Papa Wojtyla avvenuta in Vaticano il 9 giugno 1995: si tratta di una relazione scritta sugli eventi, che egli stesso inviò a Giovanni Paolo II, il quale gliene fece restituire una copia dopo avervi apposto la sua sigla autografa. «La cena con il Papa - scrive Grillo - non è stata programmata dal sottoscritto. Avevo ricevuto una telefonata da parte del segretario di Giovanni Paolo II, don Stanislao, il quale mi aveva fatto capire che avrei dovuto portare con me la Madonnina per espresso desiderio del Santo Padre».

Il vescovo era giunto nell'appartamento papale con la statuina che ancora recava i segni delle lacrime di sangue chiusa in un borsone. «Alla fine della cena, abbiamo recitato assieme un'Ave Maria alla Regina della pace. Poi il Papa ha benedetto la statuina, la corona d'oro che ingemmerà il suo capo e il rosario che penderà dalla sua mano». Giovanni Paolo II decise di imporre il silenzio a monsignor Grillo, ma aggiunse: «Un giorno lo farà sapere al mondo, cioè farà sapere al mondo questo mio atto di venerazione». Poi disse ancora: «Mettiamo tutto nelle mani del cardinale Ratzinger…».

Da allora, ogni qualvolta incontrava il segretario del Pontefice, don Stanislao, Grillo domandava: «Quando potrò rivelarlo?». «E lui mi rispondeva: "Lo capirà da solo". Nel mio cuore – scrive l'autore – ne ho la certezza, quel giorno è finalmente arrivato: il giorno della beatificazione di Giovanni Paolo II». Ma inedita è soprattutto un'altra venerazione da parte di Wojtyla, successiva a quella avvenuta nell'appartamento papale e comprovata dall'autografo pontificio.

«Le suore che in quegli anni erano addette al piccolo santuario di Sant'Agostino mi hanno raccontato che una sera è arrivato lì un pullman carico di guardie svizzere, le quali si sono presentate dapprima come persone venute a pregare la Madonnina, ma subito si sono posizionate attorno alla chiesa, fino a quando non è entrata a venerare la Madonnina una persona mimetizzata da cacciatore. In effetti si trattava del Papa, come ebbe a confermarmi lo stesso don Stanislao. Pare, inoltre, che lo stesso Papa sia stato a Pantano una seconda volta; ne parlai pure con don Stanislao, il quale rispose soltanto con un sorriso».

Giovanni Paolo II credeva dunque all'autenticità delle lacrimazioni di Civitavecchia, le considerava un segno. E durante il dialogo che ebbe con Grillo, la sera in cui il vescovo portò la Madonnina in Vaticano, Wojtyla citò a questo proposito le parole del grande teologo Hans Urs von Balthasar, il quale «sostiene che la Madonna segue molto da vicino i suoi figli nel tempo, i loro affanni, le loro preoccupazioni. Il suo pianto non è altro che un invito alla conversione». Il nuovo libro di monsignor Grillo sarà presentato a Roma giovedì mattina.

Angelo Sarto

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