Il Sarpi diventa set di un film:
si racconterà un anno di studi

Primo giorno di scuola e primo ciak elettronico al Sarpi per «Gli anni e i giorni» il docufilm del regista Beppe Manzi, sceneggiatura di Claudio Calzana, coproduzione Okidoki-Officina della Comunicazione. Protagonista tutta la scuola.

Fra i 169.000 studenti che ieri mattina sono tornati in classe, una ci è entrata rincorsa da videocamere e microfoni. Isotta è una delle studentesse e degli studenti del liceo Sarpi che partecipa alle riprese del docufilm «Gli anni e i giorni» tentativo di raccontare un anno di scuola, quello della maturità, attraverso gli occhi dei ragazzi: Valentina, Monica, Mara, Federico, Carola, Luca, Michele, Lorenzo, Federico, Fiammetta e Andrea.

Dietro di loro, attori volontari nella parte di se stessi, ci sono tutti gli studenti del liceo e, se vogliono, gli studenti di tutte le scuole bergamasche e via rimbalzando d'Italia, perché la sceneggiatura del film è aperta e tutti possono partecipare, utilizzando il sito Internet e Facebook (www.gliannieigiorni.it e www.facebook.com/GLIANNIeIGIORNI).

Ieri le prime riprese «in vivo» fin dalla salita in funicolare. In piazza Rosate, del resto, già alle sette, zaino ai piedi e schiena al portone, è in attesa un'allieva di III C. Poco dopo arriva il primo drappello di compagni, poi i gruppi di studenti si infittiscono. Qualche «quartino», minuscolo rispetto ai maturandi grandoni, si lascia accompagnare da padri resi trepidanti dai ricordi. Quando arriva la troupe, l'ingresso è già pieno di studenti. Alle otto tutti in classe, fine del film. Nel corso dell'anno, la troupe si infilerà ancora con discrezione nel liceo per seguire i momenti più significativi dell'anno scolastico.

La privacy, afferma la dirigente Orietta Beretta, è assicurata: le immagini degli studenti che non volessero comparire, saranno eliminate. Il docufilm svilupperà i temi eterni dell'esperienza scolastica: il banco (dimmi dove, come, con chi ti siedi) le amicizie (il caso che disegna amori e destini), le materie (ciò che sai, ciò che capisci, come studi), le verifiche, il resto della giornata a casa.

E i profe? No comment? «Non compariranno, ma ne parleremo» sostiene il regista Beppe Manzi. Ci pensa e aggiunge sornione: «Tanto il film esce dopo la maturità...». «Gli anni e i giorni», gli anni che si fondono nel blocco unico del ricordo della propria adolescenza e i giorni, quelli vissuti sulla pelle, tenta il racconto in presa diretta della quotidianità della scuola italiana, utilizzando il duplice punto di vista dei maturandi 2011-2012 e di un gruppo-controllo formato da ex allievi trentenni, ormai dispersi nel mondo del lavoro.

Il film è prodotto da Associazione Officina Cultura e Territorio in collaborazione con Oki Doki Film (produce Erika Ponti) e Officina della Comunicazione (Nicola Salvi e Elisabetta Sola). Budget di 80.000 euro, solo in parte coperto, colonna sonora di Warner Chapel (famiglia Warner Bros.), il sogno di realizzare anche un libro con il backstage (magari l'associazione ex allievi può farci un pensiero...).

Il regista Beppe Manzi è un ex allievo, come l'operatore backstage Michele Naldi, mentre ex insegnante è il co-sceneggiatore Claudio Calzana. Un'aria di famiglia, insomma, ma il progetto è ambizioso: «Questo film è il mio secondo esame di maturità: usiamo questa location fascinosa, ma la volontà – racconta il regista – è di portare l'attenzione su tutta la scuola, un mondo sottostimato per importanza, valori e prospettive, anche in funzione di una crescita sociale, culturale ed economica: nella scuola c'è davvero il Paese che sarà». Per questo la sceneggiatura non è rigida: a scuola, come nel Paese, succede di tutto.

Susanna Pesenti

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