Dal cassonetto ad una nuova vita
Documentario all'Urban Center

Venerdì 23 novembre alle 21 all'Urban Center è in programma una proiezione aperta al pubblico di «Io abito... di casa in casa - Dal cassonetto giallo della Caritas ad una nuova vita», documentario sulla filiera del riciclo degli abiti usati.

Venerdì 23 novembre alle 21 all'Urban Center è in programma una proiezione aperta al pubblico di «Io abito... di casa in casa - Dal cassonetto giallo della Caritas ad una nuova vita», documentario sulla filiera del riciclo degli abiti usati, raccontata con le storie dei lavoratori che hanno avuto una seconda opportunità di vita attraverso un impiego nella raccolta dei vestiti.

L'ingresso è libero. Dopo la proiezione, sono in programma gli interventi degli autori, Raffaele Avagliano e Alberto Orlandi, di Bruno Goisis, presidente della Cooperativa Ruah di Bergamo, sugli inserimenti lavorativi e i risvolti sociali dell'attività, e di Luca Amissini, titolare Mpt srl di Grassobbio, sul valore ecologico e imprenditoriale della raccolta di abiti usati.

«Io Abito… di casa in casa» racconta come i vestiti usati possono avere e dare una seconda opportunità. Hanno una seconda vita perché dal cassonetto giallo della Caritas diocesana bergamasca dove vengono buttati, trovano nuove vie di riuso e riciclo, anziché diventare prematuramente rifiuti. Danno una seconda vita perché hanno permesso e permettono ancora a centinaia di persone in difficoltà di riscattarsi attraverso la dignità del lavoro.

«Io Abito… di casa in casa» è quindi una docustory che narra la filiera etica dei vestiti usati. La racconta proprio tramite le storie dei lavoratori. Persone che sono rinate grazie ad un impiego lungo la filiera. Inoltre il documentario sottolinea l'importanza di fare impresa in modo sostenibile per l'ambiente e per il lavoratore stesso, in particolare in questo periodo di crisi. Partendo da uno dei 350 cassonetti gialli della Caritas sparsi nella diocesi di Bergamo, porta lo spettatore in giro per la Bergamasca dove tre cooperative sociali e un'azienda privata riciclano giornalmente gli abiti usati. Ma non solo: il docufilm porta anche alla scoperta dei negozi di seconda mano in Polonia, dove è molto sviluppata la cultura del riuso.

La storia però si conclude a Bergamo perché la filiera corta ed etica del vestito usato prevede proprio una ricaduta positiva per gli indigenti: con i ricavi, infatti, si sostengono dei servizi per le fasce più deboli della popolazione.

Per informazioni www.equodibergamo.it/?page_id=5389

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