Energia e poesia, a Dalmine
torna il rock di Elliott Murphy

Venerdì 8 aprile al Teatro Civico di Dalmine torna il cantautore americano Elliott Murphy, ormai di casa nella nostra provincia e ancora in duo con il chitarrista Olivier Durand. Presenteranno le canzoni del nuovo album, all'insegna della poesia e di energico folk-rock.

L'angelo biondo di Long Island oggi porta lunghi capelli argentati ma biondissimo resta il suo cuore, a 62 anni ancora in grado di pompare energia da più di cento concerti l'anno e nuove canzoni capaci di ammaliare coniugando come sempre rock e poesia, rock e letteratura, rock e cinema.

Qualcuno ha definito Elliott Murphy un «moderno rinascimentale», per la sua versatilità artistica (oltre che songwriter – storyteller o trovatore, come pure ama definirsi - è autore di libri e in passato ha scritto per le riviste musicali Spin e Rolling Stone): un'immagine pertinente, ben delineata anche dalla sua generosità culturale, dalla forza e dall'amore con cui crede nella propria musica e che riversa sul pubblico («il tesoro più grande dopo la mia famiglia») negli incandescenti spettacoli dal vivo.

Puntuale, come ormai ogni anno dal 2005, il rocker di New York torna nella nostra provincia dove può contare su un seguito fedelissimo di fans e dove dimostra di trovarsi a proprio agio. Merito soprattutto dell'amico Gigi Bresciani di Geomusic che stavolta lo riporta al Teatro Civico di Dalmine, la sera di venerdì 8 aprile nell'ambito della rassegna Folk Meetings.

Lo ascolteremo in duo con il fido Olivier Durand, il virtuoso chitarrista francese immancabilmente al suo fianco da sedici anni («perché di chitarre ne servono sempre due»). Incontrato dopo la scelta, nel 1990, di lasciare l'America e trasferirsi a Parigi, avendo annusato che l'Europa gli dava più affetto e soddisfazioni degli Stati Uniti.

Un concerto di Murphy è sempre un appuntamento imperdibile. Il suo folk-rock trascinante incrocia Bob Dylan, i Velvet Underground e Lou Reed, l'amico Bruce Springsteen e i comuni amici Creedence Clearwater Revival. E riesce ad accontentare un pubblico trasversale, conquistando al primo impatto soprattutto chi non lo conosceva.

Il concerto di Dalmine è giusto un'occasione per chi è curioso di scoprire cos'ha di speciale questo americano a Parigi che la stampa dei primi anni '70 salutò come il nuovo Dylan (ma a quell'epoca era una mania cercare nuovi Dylan) e che racconta di essere stato folgorato da Elvis Presley all'Ed Sullivan Show.

Coltissimo e simpatico, è l'anti-rockstar, lui che avrebbe numeri e argomenti per atteggiarsi. Cappello scuro o leopardato, imbraccerà la sua Taylor nera, pronto a farsi in due con l'armonica, e canterà i successi storici del suo repertorio, da «Last of the rockstars» a «Diamonds by the yard» e «On Elvis Presley's birthday», ma presenterà anche le (belle) canzoni dell'ultimo album, semplicemente «Elliott Murphy», uscito l'anno scorso.

Ed ecco che la sua voce proietta ancora una volta gli eroi del grande schermo: John Voigt e John Wayne, citati in «Poise ‘n grace» (in passato toccò a «Marylin», 1973, e a «Is Fellini really dead?», 1995). Poi si abbandona alla poesia di «Gone, gone, gone» dove «nell'occhio del sole ho sciolto le briglie ai miei cavalli». Rialza il volume e i giri del motore in «Rock'n roll ‘n rock ‘n roll» e «Rain, rain, rain».

In questo disco, suonato con la sua band, i Normandy All Stars, e alcuni ospiti illustri, torna potente la vena dylaniana ed entra in scena il figlio Gaspard, che ha prodotto e mixato il lavoro. Quando aveva 10 anni, il piccolo Elliott stupì la sua famiglia componendo la canzone «Was it a dream?». Oggi che i suoi giorni continuano a navigare lungo il fiume del rock'n'roll - come dice lui - può riconoscere con orgoglio che un sogno è vivere alla Murphy e continuare a dividerlo con noi spettatori.

Orario e biglietti
Il concerto che Elliott Murphy tiene al Teatro Civico di Dalmine (via Kennedy 1) la sera di venerdì 8 aprile, nell'ambito della rassegna Folk Meetings ideata da Geomusic con il Comune, inizia alle 21. Biglietto unico a 12 euro. Info: www.geomusic.it .

Andrea Benigni

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