Da tutto il mondo al Donizetti
per un posto da cantante lirico

«È come essere un pittore che va a comprare i colori: un momento fondamentale del nostro lavoro e anche uno di quelli che mi diverte di più». Così il direttore artistico del Bergamo Musica Festival Francesco Bellotto racconta le audizioni di cantanti lirici per le produzioni donizettiane.

«È come essere un pittore che va a comprare i colori: un momento fondamentale del nostro lavoro e anche uno di quelli che mi diverte di più». Così il direttore artistico del Bergamo Musica Festival Francesco Bellotto racconta le audizioni di cantanti lirici per le produzioni donizettiane in programma per questo autunno: Lucia di Lammermoor, Torquato Tasso e l’opera buffa Betly.

Le audizioni hanno visto susseguirsi, tra domenica e lunedì, un’ottantina di cantanti e nel pomeriggio di domenica sono state aperte al pubblico. «Vogliamo mostrare alla città che il teatro è vivo anche quando sembra chiuso: è importante che i bergamaschi sappiano che il Donizetti è un centro di produzione» spiega Bellotto.

Diversi gli stranieri presenti alle audizioni, dai sudamericani, ai giapponesi, a quelli provenienti dai paesi dell’Est europeo. «È una competizione da Olimpiade - conferma la soprano Marta Calcaterra, già protagonista negli anni passati al Donizetti con La vedova allegra e Il barbiere di Siviglia -, dobbiamo vedercela con cantanti da tutto il mondo. Sono molto soddisfatta, il teatro è bellissimo, con un’ottima acustica, c’è molta organizzazione e tutto fila via senza ingorghi».

«C’è un buon livello - conferma Bellotto -, la cosa più interessante per un direttore artistico è fare delle scommesse puntando su alcune voci, magari sconosciute. In realtà il Donizetti è un teatro molto pericoloso, tra i più turbolenti. Più i loggioni se ne intendono più sono disposti a “buare”, a protestare. E così il direttore artistico muore d’infarto».

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