Grignani e Tatangelo a Bergamo
Weekend con le canzoni di Sanremo

In finale a Sanremo o no, poco importa: ora i «campioni» lottano tutti ad armi pari e si sfidano al botteghino del pop. Bisogna vedere come vanno le cose in radio, tastare il polso al pubblico, andando ad incontrarlo nello piazze dei centri commerciali. Poi partiranno le tournée e allora si faranno altri conti. Il dopo Festival viaggia così.

Sabato pomeriggio (alle 17) arriva a Curno, allo store di Media World, Gianluca Grignani, domenica tocca ad Anna Tatangelo, stessa location, stesso orario. Vengono dall’Ariston entrambi, il primo s’è giocato la partita sino all’ultimo, Anna è stata eliminata e non è arrivata in finale. Le due canzoni presentate alla 65ª edizione del Festival erano piuttosto diverse. Gianluca si è giocato la carta cantautorale e di una certa maturità, la Tatangelo si è presentata con una canzone di Kekko Silvestre dei Modà, con l’idea di mettere in scena l’ennesimo cambio di direzione artistica. Il suo album, uscito il 12 febbraio, titola, come il singolo in gara in Riviera, «Libera», un inno all’amore, ma anche all’autonomia che può diventare autentica solo tra le braccia dell’uomo amato, sempre che questi sia una persona intelligente e a modo, aggiungiamo noi.

Anna è contenta del nuovo lavoro: «Sono felice di tornare con un disco che mi rappresenta perfettamente per come sono ora, senza troppe sovrastrutture - spiega -. Oramai sono quindici gli anni di carriera: senza accorgermene ho passato numerose fasi della mia vita, cambiando sotto gli occhi del pubblico». Così dopo lo strepitoso successo di «Muchacha», 3 milioni e passa di visualizzazioni su Vevo, «Libera» raccoglie quattordici canzoni, dieci delle quali inedite, più la cover di Domenico Modugno «Dio come ti amo» presentata all’Ariston nella giornata delle riletture degli storici hit made in Italy. Da una stagione all’altra Anna Tatangelo è passata dalla pop dance di «Occhio per occhio» al pop rock a viraggio bluesy di «Senza dire che», a pezzi come «Libera», ballata rock affrontata con una certa grinta. Nel disco si susseguono brani carichi di energia, «Gocce di cristallo», «Inafferrabile», accanto a ballate più soft come «Ieri».

Ora però tocca a Grignani che a Sanremo ha portato l’unica canzone a sfondo sociale: «Sogni infranti». A vent’anni esatti da «Destinazione Paradiso», il cantautore è tornato sul palco dell’Ariston che più volte gli ha portato fortuna. Stavolta Gianluca ha scritto un brano ad hoc per la riedizione dell’album «A volte esagero». «Sogni infranti» parla del presente così com’è, senza tanti giri di parole. E afferma ancora una volta la dimensione cantautorale di Gianluca, ormai quarantenne, con tanto di famiglia e figli.

I giorni dell’intemperanza sono passati, album come «La fabbrica di plastica» (uno dei migliori del rock italico) sono di tante stagioni fa, ma Grignani non ha perso la vena. Rispetto a quel disco importante ha un po’ ammorbidito la linea, equilibrando lo stile. Stavolta, ha detto, «ho messo in musica i nostri sogni interrotti, e non ho pensato solo ai miei, ma a quelli di tutti. Mi piace parlare a tutti. Le canzoni devono servire a non far sentire la gente da sola».

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