L’arte della pizza sia patrimonio Unesco
Già 200.000 firme per la petizione

L’arte della pizza diventi patrimonio dell’Unesco. Sono 200.000 le firme consegnate alla commissione italiana per sostenere la petizione.

La petizione - «Proteggiamo il made in Italy: la pizza come patrimonio Unesco» - chiede l’inserimento dell’«Arte della Pizza» nella «Lista rappresentativa del patrimonio culturale immateriale dell’umanità».

Lanciata da Alfonso Pecoraro Scanio su Change.org, con il sostegno della Coldiretti, dell’Associazione Pizzaiuoli Napoletani e di Rossopomodoro, ha raggiunto in soli pochi mesi un grande successo. Le prime firme raccolte sono state consegnate al presidente della Commissione italiana Unesco, Giovanni Puglisi, alla sede Unesco di Roma tra gli altri da Alfonso Pecoraro Scanio, presidente della Fondazione UniVerde; Roberto Moncalvo, presidente della Coldiretti; Franco Manna.

Partita a settembre dal Napoli pizza Village, la raccolta firme ha fatto il giro d’Italia, raccogliendo le adesioni di esponenti politici e tanta gente comune.

«Il riconoscimento dell’Unesco ha un valore straordinario per l’Italia che è il Paese dove più radicata è la cultura alimentare e la pizza rappresenta un simbolo dell’identità nazionale», ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che «è chiaro che garantire l’origine nazionale degli ingredienti e le modalità di lavorazione significa difendere un pezzo della nostra storia, ma anche la sua distintività nei confronti della concorrenza sleale».

Un rischio diffuso all’estero e un’occasione per fare chiarezza anche in Italia dove secondo una analisi della Coldiretti quasi due pizze su tre (63 per cento) sono ottenute da un mix di farina, pomodoro, mozzarelle e olio provenienti da migliaia di chilometri di distanza senza alcuna indicazione per i consumatori.

La raccolta firme continua anche nel mese di febbraio nei punti di raccolta e sul sito di Change.org

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