Martedì Finardi al Donizetti
«La mia amicizia con De Andrè»

«Mi raccomando, lo ricordi a tutti che sono bergamasco anch’io. C’è addirittura un quartiere che porta il mio nome». Eugenio Finardi torna a casa per rendere omaggio a Fabrizio De André, martedì sera 15 aprile al Teatro Donizetti.

«Mi raccomando, lo ricordi a tutti che sono bergamasco anch’io. C’è addirittura un quartiere che porta il mio nome». Eugenio Finardi torna a casa per rendere omaggio a Fabrizio De André, martedì sera 15 aprile al Teatro Donizetti (inizio ore 21; biglietti disponibili), in seno al progetto «Mille anni ancora»: gli amici di palco dell’amico fragile, Giorgio Cordini, Mario Arcari, Ellade Bandini, ospite Mauro Pagani. Il concerto è organizzato dal Centro Etica Ambientale Lombardia Bergamo.

Un’amicizia lunga e profonda lega Finardi a De André. «Il mio rapporto con lui è iniziato nel 1975. Ero un giovane cantautore, avevo registrato un solo lp, il primo per la Cramps. Lui si presentò negli uffici della casa discografica annunciando che cercava un cantautore d’assalto. Erano tempi battaglieri quelli, i concerti non erano tranquilli come adesso, con la gente che paga il suo bel biglietto e si siede ad ascoltare. Allora i ragazzi arrivavano ai concerti con le tasche piene di sassi da tirare al malcapitato di turno».

«Viaggiavamo insieme, facevamo grandi discussioni, anche qualche litigata. Si parlava di politica, raramente di musica. In realtà quello che cementò la nostra amicizia, sino a trasformarla in un rapporto quasi familiare, è il fatto che non ero un suo fan. Conoscevo poco la sua produzione. Venivo dal rock, dall’università in America, avevo un’altra visione della musica. A Fabrizio non piaceva essere trattato come una sacra reliquia».

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